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Open Arms, il centrodestra difende Salvini: «Ha fatto il suo dovere»

La Procura di Palermo ha chiesto sei anni di reclusione per il leader della Lega

Il ministro dell'Agricoltura, Sovranita' alimentare e Foreste Francesco Lollobrigida durante la presentazione del programma Rai, Linea Blu Discovery, condotto da Fabio Gallo, presso il ministero dell'Agricoltura, Roma, 06 settembre 2024. ANSA/ANGELO CARCONI

«Sono un penalista e sono abituato a richieste della pubblica accusa che poi il tribunale non accoglie per cui, avendo la pubblica accusa fatto il suo lavoro, sia pure con una valutazione forse un pò troppo ideologica, ma non conosco bene gli atti, confido, conoscendo la vicenda dal lato politico, che il tribunale accolga la tesi difensiva e mandi completamente assolto il mio amico Salvini», è la difesa del presidente del Senato, Ignazio La Russa, rispondendo ad una domanda sulla richiesta di sei anni di reclusione avanzata dalla Procura di Palermo nei confronti di Matteo Salvini imputato nel processo Open Arms.

Anche il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha difeso l'ex ministro dell'Interno, oggi vicepremier. «Credo nella giustizia italiana e quindi escludo che la magistratura possa dare corso a una richiesta così folle. Anche se fossero sei giorni o sei ore sarebbe lo stesso sbagliato perché il ministro Salvini ha fatto il suo dovere. Lo ha fatto in un governo, quello di Conte, che di buono per me ha fatto poco ma quella fu una azione che dimostrò la volontà, almeno di una parte di quel governo, di fermare l’illegalità. Oggi c'è una richiesta sproporzionata ma che mette all’indice quelli che agiscono in termini politici anche all’interno di contesti che invece dovrebbero garantire le leggi e la legalità».

Nel caso della Open Arms e della solidarietà da lui espressa anche sui social a Matteo Salvini «non ho mai assolutamente detto che sia ingiusta l’attività della magistratura: prego di controllare
bene il testo ed il significato della mia dichiarazione. La magistratura, requirente e giudicante, fa anche in questo caso il proprio lavoro, secondo quanto gli è stato istituzionalmente consegnato», ha precisato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, rispondendo al question time al Senato, ad un’interrogazione dell’M5S.

Secondo Piantedosi «è stato ingiusto, per quanto legittimo, consegnare alla giurisdizione penale l’attività istituzionale di un ministro, volta al contenimento dell’immigrazione irregolare, da parte di gruppi politici parlamentari che, in altri analoghi e precedenti casi, non solo si erano espressi in senso diametralmente opposto, ma avevano rivendicato il valore politico e la riconducibilità ad azione di Governo delle medesime iniziative da parte dello stesso ministro. In alcuni casi intestandosi persino il reale merito di tali iniziative».

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