Anche se con un occhio solo, l’Isola continua a piangere, almeno per adesso: in estrema sintesi, è il quadro sulla siccità tracciato per il mese di agosto dal Sias, il Servizio informativo agrometeorologico siciliano.
Un bilancio consuntivo che comprende, dunque, i temporali registrati tra il 17 e il 20 dello scorso mese su parte del territorio, soprattutto su versante tirrenico, con un media di precipitazioni pari a 37 millimetri, «abbondantemente superiore alla norma di 12 millimetri per il periodo 2003-2022», eppure non così alta da poter essere considerata «un valore eccezionale, tenendo conto che basta andare al 2022 per incontrare livelli superiori».
Così, l’agosto più piovoso per la Sicilia resta quello del 2018, «quando la media raggiunse i 92 millimetri» e «solo due giorni non fecero rilevare piogge». Il massimo accumulo mensile segnato sulla la rete Sias lo scorso mese ammonta a 119 millimetri, ed è stato registrato dalla stazione Prizzi. Il massimo accumulo giornaliero, di 97 millimetri, è stato invece toccato giorno 30 dalla stazione di Sciacca.
La rete della Protezione civile regionale documenta però accumuli localmente molto più rilevanti, che arrivano anche a circa 250 millimetri nell’area iblea e «che testimoniano la grande variabilità spaziale degli eventi». La conclusione? L’effetto principale delle piogge cadute in agosto, sottolinea il Servizio informativo, «è stato il reintegro delle riserve idriche dei suoli interessati, spesso completamente secchi anche negli strati profondi», tuttavia, «una parte rilevante degli apporti è andata perduta per evaporazione dagli strati superficiali del terreno, che è tipica dei mesi caldi.
Molto limitato è stato pertanto il reintegro delle riserve nei corpi idrici superficiali e sotterranei, che hanno bisogno di ulteriori e più diffusi eventi piovosi per ricevere apporti significativi». Inoltre, la precipitazione media regionale degli ultimi 12 mesi ha sì registrato «una lieve ripresa portandosi a 440 millimetri», ma «continuano a mancare all’appello circa 310 millimetri rispetto alla norma». Insomma, da qualsiasi angolazione lo si veda, il bicchiere della crisi idrica continua a restare mezzo vuoto.
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