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Quasi 500 eventi registrati dalla Forestale, per oltre 1.575 ettari andati in fumo, di cui 881 di superficie boschiva: sono i numeri degli incendi censiti nell’Isola da Capodanno ad oggi, in un quadro che si presenta già più esteso rispetto a quello tracciato tra gennaio e maggio del 2023, annus horribilis per la Sicilia in fatto di roghi.
Il motivo? Al netto delle cause, se si guarda solo agli aspetti che possono sviluppare e rafforzare le fiamme, il “sorpasso” dei primi cinque mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno è dovuto soprattutto a un’altra criticità, divenuta emergenza: la penuria di precipitazioni che attanaglia la regione, mentre le abbondanti piogge cadute tra aprile e i primi di giugno del 2023 contribuirono a domare gli incendi della passata primavera.
Non a caso, il ritmo e la durata dei roghi hanno avuto un’impennata proprio nel maggio appena archiviato, quando di acqua dal cielo, in Sicilia, ne è arrivata pochissima e a metà mese risultavano ancora soltanto (si fa per dire) 58 eventi da gennaio rispetto ai 44 rilevati tra Capodanno e maggio del 2023, per un totale di 174 ettari di area boschiva inghiottiti dalle fiamme contro i 75 dell’annata precedente, considerando le sole zone perimetrate, ossia gli incendi di grandi dimensioni.
L'articolo completo di Andrea D'Orazio nel Giornale di Sicilia in edicola oggi
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