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Pochi soldi per i rifiuti, i sindaci siciliani minacciano la stangata

Il governo prepara la manovra correttiva: per le spese di trasporto all’estero dell’immondizia i fondi al momento sono limitati. L’Anci: i Comuni dovranno aumentare la Tari del 30%

Renato Schifani

Il governo prepara la manovra correttiva. Ma sarà un mini testo, che stanzia risorse per salvare l’Ast e aiutare gli allevatori in crisi. Non conterrà gli aiuti ai sindaci per compensare l’aumento dei costi di smaltimento all’estero dei rifiuti. Una notizia che ha fatto infuriare l’Anci, che annuncia un maxi aumento della Tari entro fine aprile.

Sono giorni caldissimi sul binario Regione-enti locali. Ieri (2 aprile) il presidente Renato Schifani ha riunito a Palazzo d’Orleans il ragioniere generale Ignazio Tozzo e il capo di gabinetto Salvatore Sammartano: sul tavolo le risorse per impostare la manovra di primavera, da portare all’Ars entro fine aprile, prima che il Parlamento chiuda per la campagna elettorale per le Europee.

La manovra verrà deliberata oggi, al termine di un altro vertice con l’assessore all’Economia Marco Falcone. Ma già ieri al presidente è stato chiarito che il governo in questa fase può contare su un budget di appena 20 milioni, frutto delle risorse stanziate in Finanziaria per le norme impugnate. Troppo poco per tutte le richieste sul tappeto: per ricapitalizzare l’Ast e andare avanti nel percorso che ne eviterà il fallimento servono subito 5 milioni e altrettanti ne ha già chiesto e ottenuto l’assessore Luca Sammartino per gli allevatore danneggiati dalla crisi idrica (le somme serviranno a finanziare altrettanti sgravi fiscali).

I sindaci invece chiedono almeno 60 milioni per coprire l’aumento dei costi del trasporto dell’immondizia indifferenziata in Danimarca, dove viene smaltita in un termovalorizzatore al costo di 380 euro a tonnellata, quasi il doppio del prezzo in vigore in Sicilia per l’ingresso nelle discariche.

Ieri da Palazzo d’Orleans è filtrata la notizia che per i rifiuti ci sarà poco o nulla. E subito Paolo Amenta, presidente dell’Anci, ha messo in guardia il governo: «Nel 2022 ci erano stati promessi 45 milioni, che non sono mai arrivati. Nel 2023 il budget era salito a 60 milioni, ma anche in questo caso nulla è stato dato. Ora la situazione è drammatica perché i sindaci hanno sostenuto questi costi e continueranno a sostenerli nel 2024. E poiché entro fine aprile va approvato il Piano economico finanziario della Tari, occorre prevedere un meccanismo di copertura di tutti i costi. Dunque, se non arriveranno i 60 milioni promessi e altre somme per il 2024, a molti sindaci non resterà che aumentare la Tari subito del 30%».

Amenta, espressione del Pd, fin dal suo insediamento è entrato in rotta di collisione con Schifani. Ieri Palazzo d’Orleans non ha voluto rispondere alle critiche ma ha fatto trapelare che nel 2024 il cambio del sistema di finanziamento dei Comuni ha permesso di erogare nei primi tre mesi tutto il budget annuale, che tra l’altro vale 25 milioni in più del 2023 (350 in totale). Inoltre, sempre all’inizio dell’anno, è stata data l’ultima tranche dei fondi del 2023. Dunque, è il calcolo che si fa alla Regione, sui sindaci in pochi mesi sono piovuti circa 440 milioni. Palazzo d’Orleans ha fatto sapere che i fondi extra per i rifiuti verranno dati ma solo nella manovra correttiva di luglio, quando si avrà contezza dell’andamento delle entrate tributarie. Ma su questa road map ci sarà da superare lo scoglio dell’Ars, dove il fronte dei sindaci gode di un sostegno trasversale che a colpi di emendamento potrà ribaltare la manovra che oggi verrà disegnata in giunta.

 

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