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Formazione, in Sicilia quattro enti si spartiscono la fetta più grossa

Hanno ottenuto 20 milioni sui 31 stanziati. Il resto è andato alle altre 27 sigle che hanno ottenuto finanziamenti inferiori al milione

Il budget era di 31 milioni e 387 mila euro. E per lo più è andato a 4 enti, che da soli hanno incassato circa 20 milioni. Il resto è rimasto per le altre 27 sigle che hanno ottenuto in questo modo finanziamenti inferiori al milione. Si è materializzato così l’incubo di sindacati e associazioni dei gestori dei corsi: le sigle storiche più grosse hanno «cannibalizzato» il primo bando di peso dell’assessorato alla Formazione professionale. E lo stesso sta per verificarsi col secondo avviso, quello che stanzia 80 milioni.

Il settore della formazione resta una pentola a pressione. E ciò malgrado l’Ars mercoledì abbia provato a risolvere uno dei problemi che creavano maggiore allarme, quello che obbligava gli enti ad assumere in ogni sede, pure quelle periferiche, 4 dipendenti a tempo indeterminato. Cancellato questo obbligo, che avrebbe tagliato le gambe agli enti medio-piccoli per l’impossibilità di sopportare un aumento tale dei costi del personale, è rimasta in vigore la norma approvata con la Finanziaria che elimina il tetto ai finanziamenti che ogni ente può conquistare su ogni singolo bando.

I sindacati chiedevano di reintrodurre un tetto per dare garanzia a tutti gli enti, anche i piccoli dove ci sono gran parte dei lavoratori del settore, di avere un finanziamento base. Il timore di Cgil, Cisl e Uil è che gli enti più grandi possano avere maggiore capacità di intercettare i fondi grazie alla possibilità di dimostrare un maggior numero di lavoratori e allievi.

E la prima verifica è arrivata proprio ieri. La Uil Scuola, guidata da Giuseppe Raimondi e Ninni Panzica, ha fatto un monitoraggio dei finanziamenti assegnati con il bando che stanzia 31,4 milioni per i corsi Ifp, quelli che sostituiscono i primi tre anni delle scuole superiori. Leggendo la graduatoria appena pubblicata dall’assessorato guidato da Mimmo Turano il sindacato ha individuato 4 sigle che hanno conquistato da sole i due terzi del budget regionale destinato al primo anno del triennio. Il top è andato all’Euroform che ha avuto il via libera per 77 corsi finanziati dalla Regione con 7 milioni e 848 mila euro. Al secondo posto si è piazzata l’associazione Eris con 53 corsi approvati e un finanziamento di 5 milioni e 417 mila euro. Al terzo poso di questa speciale classifica c’è l’Ars che ha ottenuto 4 milioni e 47 mila euro per 40 corsi. Al quarto posto figura il Cirs con 2 milioni e 717 mila euro per 27 corsi. Sono questi i big del settore.

Per arrivare al quinto ente in graduatoria bisogna scendere, e di molto, dal monte finanziamenti. L’associazione Ted ha ottenuto un milione e 545 mila euro per 15 corsi. E più o meno la stessa cifra ha ottenuto l’Esfo. Mentre l’ente Futura si è fermato a un milione e 44 mila euro per 10 corsi.

Da qui in poi, per gli altri 27 enti del settore, i finanziamenti oscillano fra i 99 mila euro del Cipa-At di Catania e gli 832 mila dell’Endofap. In mezzo ci sono i 630 mila circa ciascuno ad Atl Service Tecnology e Centro Studi Aurora. L’Euromadonie ha ottenuto 413 mila euro per appena 4 corsi, l’Infaoap 713 mila per 7 corsi, il Logos 519 mila per 5 corsi e gli Istituti scolastici associati 416 mila per 4 corsi. Il Cirpe svolgerà solo 3 corsi con 308.105 euro, il Centro Studi e Ricerche due soli con 201 mila euro. Un solo corso è stato garantito all’Opera don Calabria che avrà dalla Regione solo 104.776 euro. E più o meno la stessa cifra, anche in questo caso per un solo corso, è andata all’associazione Politea e all’Elis.

Così sono stati divisi i 31 milioni e rotti dei fondi destinati ai corsi che sostituiscono i primi anni di scuola superiore. E Ninni Panzica della Uil avanza una riflessione: «Questo bando è stato pubblicato quando erano ancora in vigore i tetti ai finanziamenti ma le altre regole già premiavano le sigle più grosse. Ora che i tetti ai budget sono stati tolti chi tutelerà i piccoli enti, dove tra l’altro c’è la maggior parte del corpo docente?». Il riferimento è all’avviso 7, quello che stanzia 80 milioni per corsi tradizionali: la graduatoria è attesa a giorni. Panzica chiede anche alla Regione di verificare se «fra gli enti più grossi una parte del personale non sia assunta con contratti atipici o partite Iva. Ipotesi che falserebbe il raggiungimento di alcuni requisiti per partecipare al bando».
Sono preoccupazioni che attraversano anche Cgil e Cisl. Mentre l’Ars approvava la norma che cancella l’obbligo di moltiplicare le assunzioni Michele Vivaldi (Flc Cgil) e Honorè Federico (Cisl Scuola) lamentavano il fatto che «la formazione è ormai un settore che a fronte di ingenti finanziamenti vede un’altissima percentuale di personale contrattualizzato a tempo parziale. Il fenomeno delle false partite Iva che nascondono altre forme di lavoro subordinato è diffusissimo in molti enti. Riteniamo inconcepibile che alcune realtà datoriali con poche decine di lavoratori gestiscano milioni di euro. Auspichiamo che l’assessore Turano avvii un percorso di confronto sulla formazione professionale in Sicilia coinvolgendo attivamente le organizzazioni sindacali». E anche l’associazione di enti Federterziario chiede un incontro a Turano. Secondo Antonino Marfia, coordinatore regionale di Federterziario, «la norma che abolisce l’obbligo di assumere ha sicuramente messo in sicurezza gli enti che si occupano di formazione rivolta al mondo degli adulti ma induce al precariato nell’altra macroarea, quella destinata a minori».

 

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