Mentre venti e temperature tornano ad alzarsi, le cronache dell’anno scorso (e pure quelle più recenti) scottano ancora, nella memoria di chi le ha vissute da vicino ma anche nell’agenda politica della Regione, tanto da accelerare sulla campagna antincendio, che per il 2024, con una decisione senza precedenti, in Sicilia partirà tra meno di due mesi concludendosi il 31 ottobre.
Lo stabilisce un decreto dell’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Elena Pagana, che estende a cinque mesi e mezzo la fase in cui tenere «accesa» la macchina di contrasto ai roghi boschivi, anticipandone l’avvio, per la prima volta, a maggio (giorno 15). Per il governatore dell’Isola, Renato Schifani, «un ulteriore tassello di una programmazione che ci possa consentire di avere uomini e mezzi disponibili in un periodo più ampio. Una necessità legata ai cambiamenti climatici, a causa dei quali, purtroppo, la stagione degli incendi si allunga di anno in anno». Così, rimarca il presidente, «non vogliamo farci trovare impreparati: stiamo mettendo in campo misure che servono ad avere una capacità di intervento più efficiente e coordinata di tutte le forze disponibili. Abbiamo, infatti, il dovere di dare sicurezza ai cittadini e alle attività agricole e produttive». In quest’ottica, la Regione ha aggiudicato la gara per il noleggio di dieci elicotteri leggeri e a breve dovrebbe concludersi anche quella per i mezzi pesanti, ossia due aeromobili con capienza da cinquemila litri d’acqua. Nel frattempo, va avanti anche il progetto di una «control room» regionale unica per le emergenze, che metta insieme Protezione civile e Corpo forestale, «anche con l’utilizzo di sistemi all’avanguardia per il monitoraggio del territorio nella logica della prevenzione», conclude Schifani. Già l’anno scorso, fa notare l’assessore Pagana, «abbiamo avviato la campagna i primi giorni di giugno, in anticipo rispetto alle altre regioni. Quest’anno abbiamo programmato di partire ancora prima», perché «con i cambiamenti climatici, sempre più evidenti, il concetto di stagionalità è largamente superato ed è necessario che la complessa macchina dell’antincendio sia pronta il prima possibile».
La mossa, però, non scalda i cuori dei Cinquestelle, tanto che Cristina Ciminnisi, deputata all’Ars e componente della commissione Ambiente, trova «spropositato esultare per una campagna antincendio anticipata a maggio. Una seria azione contro i roghi boschivi non parte certo alla vigilia dell’estate. Appena qualche mese fa, in Commissione, abbiamo cercato di convincere il governo ad anticipare i termini per l’avvio della prevenzione, perché se non ci prendiamo cura delle nostre montagne tutto l’anno, sarà sempre “troppo tardi”. La mano criminale non guarda il calendario e lo abbiamo visto appena qualche settimana fa a Monte Inici, dove ai primi venti di scirocco sono già 350 gli ettari di bosco e macchia mediterranea ridotti in cenere. E siamo solo a marzo. Abbiamo bisogno di organizzazione e tempestività, con mezzi e risorse adeguate, e di una riforma di tutto il settore forestale, di certo non di due o tre norme inserite nottetempo in una finanziaria».
Plaude, invece, il presidente di Legambiente Sicilia, Tommaso Castronovo, ma fino a un certo punto, apprezzando la tempistica del decreto ma definendolo al contempo «insufficiente, perché occorre avere chiaro come gli operai saranno impegnati sul territorio, individuando le priorità: la prevenzione dei roghi risulta difficile in assenza di adeguata formazione e in assenza di pianificazione forestale territoriale». Su questo fronte, c’è molta attesa per la «control room», la sala unica operativa coordinata dal Corpo forestale e annunciata da Schifani lo scorso agosto, insieme al pacchetto di misure contro gli incendi finanziate (o da finanziarie) con risorse extra regionali per oltre 550 milioni, attraverso il Pr Fesr 2021-2027, il Po Fesr 2014-2020 e il Poc 2014-2020. La sala unica rientra nel progetto «Siciliy Cyber Security» (Scs), una grande infrastruttura digitale di monitoraggio, controllo e raccolta dati su aree ambientali sensibili come boschi, zone rurali e riserve naturali. Il tutto, spiega il capo della Protezione civile regionale, Salvo Cocina, «attraverso l’utilizzo di telecamere fisse e mobili, ma anche di droni» nella disponibilità della Forestale.
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