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Il mancato riconoscimento dello stato di emergenza per il maltempo in Sicilia, Musumeci: «La Regione non fornì i dati in tempo»

A sostenerlo, alla Camera, è il ministro per la Protezione civile rispondendo ad un’interrogazione del Pd

Il ministro per la Protezione civile e per le politiche del Mare, Nello Musumeci

Non è stato riconosciuto lo stato d’emergenza «di rilievo nazionale» perché la Regione Siciliana prima non ha risposto per tempo e «in modo esaustivo» alle richieste della Protezione civile. A sostenerlo, nell’Aula della Camera, è il ministro per la Protezione civile e le politiche del Mare Nello Musumeci rispondendo ad un’interrogazione del Pd, prima firmataria Giovanna Iacono.

«L’interrogazione - spiega Musumeci - fa riferimento sia agli eventi meteorologici che hanno interessato il territorio siciliano il 25, 26, 30 settembre e 1° ottobre 2022 e nei giorni fra il 9 e il 13 ottobre dello stesso anno, sia agli eventi meteorologici avversi che hanno interessato il territorio della regione siciliana dal 9 al 12 gennaio 2023 e dal 20 al 22 gennaio dello stesso anno. Quanto ai primi eventi, a seguito dei quali il presidente della Regione ha trasmesso, nel marzo 2023, la richiesta di deliberazione dello stato di emergenza nazionale, si osserva che il Dipartimento della Protezione Civile ha chiesto alla Regione (con nota del 10 maggio) l’invio di ulteriori elementi tecnici necessari al fine di poter dare seguito alla prescritta istruttoria per la valutazione speditiva». «Non essendo pervenuto riscontro e in considerazione del lasso di tempo intercorso dagli eventi - aggiunge Musumeci - il Dipartimento della Protezione Civile ha comunicato al presidente della Regione, il 28 luglio 2023, di non poter procedere all’avvio dell’istruttoria finalizzata alla dichiarazione dello stato di emergenza, con la conseguenza che gli eventi avrebbero dovuto essere fronteggiati nell’ambito dei poteri e delle competenze attribuite dalla normativa vigente alle amministrazioni e agli enti ordinariamente preposti».

Ma successivamente la Regione, prosegue il ministro, «il 30 agosto 2023, ha trasmesso la documentazione integrativa, che tuttavia, all’esito dell’ulteriore esame condotto, non è stata ritenuta esaustiva dal Dipartimento della Protezione civile, risultando anche inefficaci eventuali sopralluoghi, stante il notevole tempo trascorso».

Per quanto riguardo, invece, gli eventi del 9-12 gennaio e del 20-22 gennaio 2023, «a seguito dei sopralluoghi eseguiti dai tecnici della Protezione civile, con il personale regionale, il 31 gennaio e l’1 e il 2 febbraio 2023, con nota dell’11 maggio, il Dipartimento ha ritenuto che gli eventi non fossero tali da giustificare l’estensione dello stato di emergenza del rilievo nazionale, già deliberato dal Consiglio dei ministri a febbraio, per gli eccezionali eventi meteorologici che avevano colpito durante il periodo novembre-dicembre 2022 il territorio di Messina». La Protezione Civile, conclude, «con nota del 13 giugno 2023, ha trasmesso la richiesta di riesame al Dipartimento» e «anche in questo caso il Dipartimento di Protezione civile non ha ravvisato i necessari caratteri di gravità ed estensione per la deliberazione dello stato di emergenza nazionale».

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