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Sanità in Sicilia, si compone il mosaico delle nomine dei manager

Alla guida dell’Asp di Palermo dovrebbe restare l’uscente Faraoni in quota Forza Italia. Il nodo del Civico del capoluogo: i meloniani spingono per Croce. Alla Dc di Cuffaro andrebbe Villa Sofia

L'ospedale Civico

Nel borsino del centrodestra ieri sera erano altissime le quotazioni di Daniela Faraoni. È lei la notizia di giornata, ormai a un passo dalla conferma alla guida della più importante Asp siciliana (e del Sud in genere), quella di Palermo. A meno di sorprese, la manager terrà il posto su indicazione del presidente Schifani e dunque in quota Forza Italia.

La Faraoni era stata nominata dal governo Musumeci e in passato era stata vicina sia a Gianfranco Micciché che alla Lega. Ora il riavvicinamento a Forza Italia e a Schifani in particolare. Si avvia così a un secondo mandato nella stessa Asp di Palermo: scenario visto molto di rado finora.

Le 18 caselle che comporranno il nuovo mosaico dei manager della sanità pubblica sono andate in ordine ieri. Forza Italia avrà anche la guida di un grande ospedale etneo e di uno messinese. E poi si intesterà la scelta dei manager delle Asp di Siracusa, Caltanissetta e Agrigento. Quest’ultima è una delle caselle più delicate: la chiedevano con insistenza sia Cuffaro per la Dc che Fratelli d’Italia e l’Mpa in una sorta di derby fra Roberto Di Mauro e Giusy Savarino. È finita a Forza Italia che dovrebbe indicare un nome in grado di mettere d’accordo tutte queste anime del centrodestra: potrebbe essere Walter Messina (che lascerà il Cervello) o Alessandro Mazzara oppure Giuseppe Alongi.

Alla Dc di Cuffaro, secondo lo schema maturato ieri sera, dovrebbe andare la guida dell’ospedale Villa Sofia-Cervello di Palermo (in pole position ci sarebbe Roberto Colletti, che lascerà il Civico) e la Asp di Enna.

Fratelli d’Italia indicherà i manager delle Asp di Messina, Trapani e Ragusa (per cui è in pole l’attuale manager di Caltanissetta Raffaele Elia). E poi si intesterà la guida di 3 grandi ospedali: uno a Catania e due a Palermo. Nel capoluogo la partita più difficile si gioca sul Civico: per quella poltrona i meloniani hanno pronto il nome di Ferdinando Croce, vicino al deputato palermitano Marco Intravaia. Ma Schifani preferirebbe per il più grande ospedale della Sicilia un nome con maggiore esperienza, visto che si troverà a gestire un maxi finanziamento da 360 milioni per investimenti infrastrutturali. Il presidente proverà quindi a suggerire al principale alleato di dirottare Croce su un’altra postazione e puntare su un manager più esperto per il Civico. Ma Croce resta il favorito per FdI. L’ultima casella di Fratelli d’Italia sarà quella del Policlinico di Palermo, dove potrebbe andare lo stesso Walter Messina.

Molto più complicata è la partita che si sta giocando all’interno della Lega. Luca Sammartino, vice presidente della Regione, è riuscito ad assicurare alla sua area la guida dell’Asp di Catania e probabilmente anche quella dell’ospedale Papardo di Messina (l’alternativa sarebbe il Policlinico) che sarà in quota Pippo Laccoto, il presidente della commissione Sanità dell’Ars. Ma l’ala palermitana vicina alla capogruppo all’Ars Marianna Caronia e alla segretaria Annalisa Tardino reclama maggiore spazio ed è in pressing su Schifani per avere la guida di almeno un ospedale nel capoluogo. All’Mpa di Lombardo dovrebbe andare la guida di un Policlinico, probabilmente quello di Messina e di un ospedale in una provincia minore.

Questo è lo schema di massima che i partiti hanno messo insieme dopo giorni di colloqui soprattutto con il coordinatore di Forza Italia Marcello Caruso, a cui Schifani ha delegato il compito di tessere l’accordo nella maggioranza. E dopo giorni di fibrillazioni ieri sera per la prima volta filtrava grande ottimismo da Palazzo d’Orleans per «il clima sereno che si respira nel centrodestra».
In realtà alcuni tasselli devono ancora andare al loro posto e per questo motivo Schifani si prenderà tutto il tempo possibile per arrivare all’elenco definitivo. La giunta verrà convocata per domani pomeriggio. E ciò vuol dire che in prima battuta i nomi scelti verranno indicati come commissari straordinari. Ciò perché la procedura prevede il parere della commissione Affari Istituzionali dell’Ars, che non potrebbe arrivare in tempo. Nell’attesa di questo passaggio i nuovi manager si insedieranno come commissari. Allo stesso modo i vertici dei tre Policlinici dovranno essere formalmente inseriti in una terna di nomi che ogni rettore dovrebbe consegnare al governo. Questo passaggio farà sì che per la scelta dei tre manager dei Policlinici servirà formalmente qualche giorno.

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