Il disegno di legge sull'Autonomia differenziata, l'impatto sull'ordinamento italiano e le possibili conseguenze per la Sicilia. L'occasione per parlarne è stato il convegno "Il regionalismo differenziato", organizzato all'Ars a pochi giorni dall'approvazione in Senato del disegno di legge del Governo, con la presenza di studiosi e docenti universitari e promosso dall'Università di Palermo e dalla rivista Nuove autonomie.
«In un primo momento - ha detto Gaetano Armao, docente di Diritto amministrativo dell'Università di Palermo - il testo nella sua originaria versione non conteneva né una garanzia per la specialità né per l'insularità e quindi i rischi sarebbero stati gravissimi. Con alcuni aggiustamenti il testo è migliorato ed è stata introdotta la garanzia della insularità che trova riscontro nella Costituzione. È chiaro - ha sottolineato Armao - che gli elementi di riequilibrio e di coesione di quel disegno di legge andranno tutti sperimentati in concreto. Però, nell'ultimo giorno utile è stato introdotto un emendamento che prevede che l'assegnazione di nuove funzioni alle regioni potrà avvenire solo nel caso in cui siano già riconosciuti e raggiunti i livelli essenziali delle prestazioni nelle altre regioni. Quindi un elemento di grande riequilibrio da accogliere positivamente».
Negativo il giudizio di Guido Corso, professore emerito di Diritto amministrativo dell'università Roma Tre: «Volendo usare un'espressione grossolana, questo testo è scritto coi piedi. I correttivi del disegno di legge sarebbero tanti, ma una delle questione cruciali è la subordinazione del trasferimento delle funzioni ulteriori alle Regioni, alla previa determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni relativi ai diritti civili e sociali (Lep). Probabilmente questo passaggio è stato chiesto da una parte della coalizione governativa per allungare i tempi, perché se effettivamente il trasferimento andrà fatto dopo che sono stati determinati i Lep, non so in quale secolo questo iter potrebbe essere concluso».
Sulla stessa lunghezza d'onda il rettore dell'università di Palermo, Massimo Midiri: «Si potrebbe creare una frattura tra il nord che ha una economia più florida, e ricordo che tutto è ricollegato all'erogazione fiscale anche dei servizi, e il Mezzogiorno. Se dobbiamo fare riferimento alla sanità con i Lea, che ricordano tanto questi Lep - ha aggiunto Midiri - rimango abbastanza preoccupato, perché i Lea, che dovevano seguire un criterio di equità e omogeneità della prestazione sanitaria come livello assistenziale minimo si sono tradotti, di fatto, in una sanità differenziata, nei termini reali, come percepita dalla popolazione, tra il sud e il nord».
Persone:
7 Commenti
Armando
26/01/2024 14:28
Tenendo presente che la DISCRIMINAZIONE TURBA L'ANIMO,si spera nella saggezza "....degli uomini di buona volanta'.....".
Ridiculous
26/01/2024 21:08
Musumeci Schifani hanno venduto la Sicilia per le loro poltrone
Elimo
26/01/2024 21:39
Molto umilmente, non credo che occorrono degli esperti per capire che, aumenteranno le diseguaglianze - ai danni del Sud- e si spaccherebbe ancora di piú l'Italia. E meno male che erano patrioti!
Bigi
27/01/2024 07:23
Non sono più patrioti in quanto lo scambio con la Lega ha previsto l’abbandono del suddetto “patrioti” a fronte del premierato.
Anna
27/01/2024 09:40
Perché piangersi sempre a dosso, il meridione vanta risorse che il nord non ha, rimboccarsi le maniche lavorare per rendere il sud appetibile per tutto il nord europeo, favorire e pianificare cultura, accoglienza, investire in sanità pubblica , in agricoltura e turismo non solo stagionale , favorire i pensionati che vogliono passare l’inverno in meridione o che lo scelgano come residenza, perché perdere tutto questo benessere la politica tutta riscopra le opportunità, e si faccia garante di sistemi innovativi
Mikagage
27/01/2024 13:56
Fate i nomi dei 43 deputati siciliani che ci hanno 'tradito'
Anna
27/01/2024 19:59
Scusate volevo sottolineare che la Sicilia è una regione a statuto speciale, la prima in Italia da maggio 1946 poi le altre quattro, Sardegna, Friuli Venezia Giulia, la Valle d'Aosta, Il Trentino