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«C’erano le condizioni per l’ostruzionismo e l’esercizio provvisorio»: tweet sulla manovra ed è bufera su un giudice della Corte dei Conti

Il centrodestra chiede le dimissioni di Marcello Degni. «Potevamo farli sbavare di rabbia e gli abbiamo fatto recitare Marinetti», dice il magistrato contabile

Marcello Degni (foto di Claudio Peri/Ansa)

Il centrodestra apre un nuovo conflitto contro un magistrato accusato per le sue dichiarazioni di matrice politica. Nella bufera è finito Marcello Degni, magistrato contabile della Corte dei Conti, che in un post su X aveva criticato il Pd per non avere fatto ostruzionismo sulla manovra, fino a costringere il governo all’esercizio provvisorio. Un post giudicato «anti-italiano» dal centrodestra, che in coro ha chiesto le dimissioni di Degni, sul quale il Consiglio di presidenza della Corte ha annunciato che farà un esame nella prossima adunata.

Il 30 dicembre, il giorno dopo il sì definitivo della Camera alla legge di Bilancio, Degni - un economista considerato vicino al Pd - si è rivolto su X alla segretaria Dem Elly Schlein: «Occasione persa. C’erano le condizioni per l’ostruzionismo e l’esercizio provvisorio. Potevamo farli sbavare di rabbia sulla cosiddetta manovra blindata e gli abbiamo invece fatto recitare Marinetti». Un riferimento, quest’ultimo, alla frase del poeta futurista citata in aula dal capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Tommaso Foti.

Già quel giorno sono arrivati sul social commenti negativi di simpatizzanti del centrodestra. Ma la bufera è scoppiata perché diversi quotidiani, tornati oggi in edicola, hanno riportato l’esternazione via social di Degni. Il capogruppo di FdI in Senato Lucio Malan ha definito «inquietante» il post di Degni: innanzi tutto perché un magistrato dovrebbe essere imparziale e poi perché l’esercizio provvisorio avrebbe danneggiato i conti dello Stato che invece la Corte dei Conti deve tutelare. Dopo Malan sono arrivate decine di dichiarazioni di FdI contro Degni che sarebbe «incompatibile» con il suo ruolo e che dovrebbe essere «espulso per indegnità» dalla Corte, come ha detto il leghista Claudio Borghi. Anche Maurizio Gasparri (Fi) ha chiesto analogo provvedimento, addirittura in giornata. Fuori dalla maggioranza, anche Pier Ferdinando Casini si mostra per lo meno perplesso: «L’opposizione non può in alcun modo giustificare i comportamenti del dott. Degni».

In una nota il Consiglio di presidenza ha tuttavia annunciato che seguirà le normative interne e che quindi «la questione verrà esaminata in via di urgenza nella prossima adunanza del Consiglio di presidenza per le valutazioni di competenza». Proprio Foti ha allora sollecitato Degni a dimettersi lui stesso «immediatamente».
L’interessato tuttavia ha respinto l’accusa principale, quella di imparzialità: «Come tutti i magistrati, al di là dell’operato nell’esercizio dell’attività, ho diritto alla libera espressione delle opinioni, garantita a tutti dalla Costituzione. Con garbo le mie idee le posso esprimere, e in quel post non ho offeso nessuno». Poi ha concluso: «La mia imparzialità come magistrato contabile è assoluta».

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