Lunedì 23 Dicembre 2024

Schifani: «È l’anno dei concorsi, rifiuti e lavoro le altre priorità per la Sicilia»

Palermo Intervista al .Presidente della Regione Renato Schifani .Ph.Alessandro Fucarini.

Il 2024 sarà l’anno dei nuovi concorsi alla Regione. Seduto nel salotto della sua abitazione, Renato Schifani inizia da qui la sua analisi del futuro prossimo. Che comprende anche - il presidente ne è certo - i poteri speciali per realizzare i termovalorizzatori, l’aumento dell’occupazione grazie alla ripresa dell’economia frutto della Finanziaria approvata nei tempi di legge e due competizioni elettorali, le Europee e le Provinciali, che si terranno probabilmente nella stessa giornata per un election day che animerà la sfida interna alla maggioranza. Presidente, avete calcolato quante assunzioni saranno possibili grazie allo sblocco dei concorsi concordato col governo nazionale un paio di mesi fa? «Intanto vorrei premettere che l’accordo con lo Stato ci consente di risparmiare ogni anno, a regime, circa 700 milioni che altrimenti avremmo dovuto versare come compartecipazione alla spesa sanitaria. Per quanto riguarda i concorsi sappiamo già che nel triennio potremo assegnare oltre mille posti grazie allo sblocco del turn over. Nel solo 2024 prevediamo di mettere in palio 436 posti alla Regione. Se ci saranno graduatorie ancora valide e recenti potremmo farle scorrere ma per la maggior parte questi posti verranno assegnati per concorso». E il concorso per i forestali, annullato per irregolarità? «Ripeteremo anche quello. Anzi, inizieremo da quello». Oggi scade il termine che l’Unione europea vi ha assegnato per investire i fondi residui della programmazione 2014-2020. A settembre rischiavate di perdere un miliardo. Sa già come è andata? «Dai dati in mio possesso penso di poter anticipare che abbiamo centrato l’obiettivo. Faremo i conti nei prossimi giorni, ma la quota veramente in bilico ormai è non superiore agli 80 milioni. Grazie alla riprogrammazione varata dal mio governo dopo l’estate abbiamo salvato questi fondi, che per lo più sono andati alle imprese. Solo per fare alcuni esempi: 110 milioni sono stati pagati alle imprese dall'Irfis, 70 per il Fondo di garanzia, oltre 80 milioni sono serviti a mitigare il caro energia. Altri 300 milioni sono andati alle famiglie per ammortizzare l’aumento della bolletta. Per l’edilizia scolastica abbiamo speso 50 milioni e 80 per la depurazione delle acque e per contrastare il dissesto idrogeologico». Nel 2023 la Regione ha speso 50 milioni per spedire all’estero i rifiuti che non si riesce a smaltire qui. La nostra immondizia è finita per lo più in un termovalorizzatore in Danimarca. Quanto durerà questo spreco? «Intanto posso anticipare che la Commissione tecnico scientifica, guidata da Gaetano Armao, ha appena esitato il nuovo piano rifiuti predisposto dall’assessore Roberto Di Mauro, che ringrazio per il suo impegno su questo tema delicato. L’adozione definitiva è prevista entro febbraio. E lì sono previsti due termovalorizzatori. Nei primi mesi di quest’anno arriverà la norma che assegnerà alla Regione i poteri speciali per realizzare questi impianti, sul modello di quelli assegnati al sindaco di Roma. Conto molto su questa norma, per cui ho registrato l’impegno del ministro Pichetto, di Tajani e di Salvini. I termovalorizzatori li avremo entro la legislatura. Nel frattempo purtroppo le discariche sono quelle che sono e non posso escludere che dovremo continuare a mandare i rifiuti all’estero pagandone i costi». Diamo per scontato che l’8 gennaio l’Ars approverà la Finanziaria. Al di là del risultato politico di aver approvato la manovra nei termini di legge dopo 20 anni, quali saranno i benefici per l’economia? «La Finanziaria avrà un effetto espansivo per l’economia. Aumenterà l’occupazione grazie alla norma che stanzia 30 mila euro per ogni giovane assunto dalle imprese. Le imprese beneficeranno anche della velocizzazione delle richieste di autorizzazione per nuove attività. Abbiamo riformato la Cts e mi arrivano dati importanti: in pochi mesi, da settembre a oggi, sono stati resi 400 pareri, 200 nel solo mese di dicembre. Dall’inizio dell’anno sono 900. Ciò ha permesso di immettere nell’economia 5 miliardi di investimenti che altrimenti sarebbero rimasti bloccati». Dal punto di vista economico, che 2024 si attende? «Abbiamo già migliorato i tempi di pagamento delle imprese che hanno rapporti con la Regione e miglioreremo ancora. Unioncamere ci segnala un aumento delle aziende operanti in Sicilia, si parla di circa 34 mila in più con 15 mila dipendenti in più. Anche la Cgia di Mestre ci segnala che nel 2023 abbiamo avuto un aumento del Pil ari all’1,10%. Sono dati che mi fanno essere ottimista per il 2024». In realtà il 2024 rischia di aprirsi con una nuova emergenza nel mondo della sanità. I laboratori e gli specialisti convenzionati hanno annunciato che non accetteranno più le ricette e faranno pagare le prestazioni per intero per protesta contro i tagli decisi dal governo nazionale. Però chiedono alla Regione un aiuto per mitigare questi tagli. Lei che farà? «Incontrerò a giorni il ministro Schillaci, con cui ho un ottimo rapporto, per discutere della proroga dell’attività della cardiochirurgia pediatrica di Taormina. Cercheremo di andare oltre i sei mesi. In quella occasione col ministro affronterò anche il dossier dei convenzionati». Ma la Regione avrebbe i soldi da erogare ai privati per compensare il taglio delle tariffe? «Se servirà, faremo la nostra parte come abbiamo sempre fatto». Avevate fatto un bando per reclutare nuovi medici anche dall’estero e fronteggiare così la fuga dei camici bianchi dagli ospedali pubblici. Come è andato il bando? «È ancora aperto e so che abbiamo già avuto una cinquantina di richieste. Confido su questo. In ogni caso dobbiamo insistere perché mancano i medici a causa di una errata programmazione nazionale del numero chiuso. In più molti medici preferiscono il settore privato o andare al nord. È un problema serio e non escludo di fare come ha fatto la Calabria, che ha reclutato i medici cubani». La accusano di aver favorito il settore privato della sanità. «I fatti mi stanno dando ragione. Se non avessimo aperto alla sanità privata di eccellenza, quelle carenze ospedaliere che stiamo vivendo non avremmo potuto affrontarle. Il partenariato fra pubblico e privato continuerà, soprattutto per abbattere le liste d’attesa». Un’altra emergenza è quella delle autostrade. La Palermo-Catania è un cantiere ininterrotto. Lei è commissario. Cosa farà nel 2024? «La A-19 è una strada Anas, non sarebbe nostra competenza la manutenzione. Io ho solo offerto il mio aiuto per vigilare sui lavori. Sto costituendo un ufficio ad hoc, a breve nomineremo i due sub-commissari. Il mio impegno è di consegnare ai siciliani entro fine legislatura l’autostrada perfettamente percorribile. Sono commissario anche per la Ragusa-Catania, volevo rinunciare a questo ruolo ma ho appreso che alcuni terreni non sono stati ancora espropriati e quindi dovrò occuparmene per velocizzare l’appalto». Il 2024 è un anno elettorale. Ci sono le Europee e le Provinciali. Forza Italia come arriva a questo appuntamento? «Ho già chiesto ai due assessori Edy Tamajo e Marco Falcone di candidarsi. Sono contento di come stanno lavorando in giunta. Falcone sta facendo un lavoro mirabile sulla Finanziaria, ha una tempra mostruosa. Edy sta lavorando prendendo a cuore le cose. La nostra lista conta di raggiungere un obiettivo a due cifre». E il futuro di Forza Italia a livello nazionale? Si parla di lei come vice segretario. «Ci sarà tempo per parlarne». Quali sono i rapporti con Cuffaro dopo la rottura del patto elettorale voluta da Roma? «A lui mi lega un antico e solido rapporto di amicizia che poi si è trasformata in sinergia politica». E i rapporti con Lombardo, dopo le frizioni del mese scorso? «Non dimentico che lui fu fra i primi a dare sostegno alla mia candidatura. C’è stato qualche problema recentemente fra noi. Ma poi ci siamo incontrati e subito chiariti. Punto molto sul suo sostegno». Quando si voterà per le Province? «Presto arriverà in aula la legge, che è condivisa con l’opposizione. Poi decideremo insieme agli alleati la data. Tenendo presente però che svolgere una tornata elettorale autonoma, dunque non nel giorno delle Europee, ci costerebbe 14 milioni in più».  

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