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Lo stop al rincaro dei musei in Sicilia, FdI fa quadrato su Scarpinato

Schifani prova a chiudere il caso: «Andiamo avanti». L'opposizione: «Una nuova gaffe dell’assessore»

Di buon mattino i vertici siciliani di Fratelli d’Italia hanno chiamato il presidente della Regione per difendere l’assessore ai Beni Culturali Francesco Scarpinato. E così il caso del decreto sugli aumenti dei biglietti in musei e siti archeologici bloccato per la seconda volta da Schifani ha creato frizioni fra gli alleati proprio a fine anno. Schifani ha chiesto e ottenuto da Scarpinato di dimezzare gli aumenti del 30% che un decreto di pochi giorni fa prevedeva fin dal primo gennaio. Il presidente ha tutelato così la posizione dei tour operator che avevano già acquistato ingenti pacchetti di ticket ai vecchi e più economici prezzi. Scarpinato si è difeso spiegando che i biglietti in Sicilia non aumentavano da 12 anni e che questo potrebbe esporre la Regione al giudizio della Corte dei Conti. E tuttavia è stato convinto da Schifani, venerdì, a una rapida inversione a U: ha emanato un nuovo decreto che rettifica quello della vigilia di Natale. È la seconda volta che succede. La prima si era verificata a ottobre per lo stesso motivo. In entrambi i casi l’assessore non aveva informato il presidente del decreto. Ciò ha creato tensioni. E di questo il coordinatore di Fratelli d’Italia, Giampiero Cannella, ha discusso col presidente ieri mattina. L’obiettivo della conversazione era difendere l’assessore senza provocare strappi fra il partito e il presidente. Poi Schifani ieri ha provato a chiudere il caso: «Con Scarpinato c’è un rapporto solido, basato sul confronto. Andiamo avanti».

L’opposizione invece ha soffiato sul fuoco: «Schifani si assuma le sue responsabilità e rifletta sul futuro della Sicilia e sul contributo che il suo governo di centrodestra potrà dare alla nostra terra - ha detto il capogruppo del Pd Michele Catanzaro».

Un servizio completo di Giacinto Pipitone sul Giornale di Sicilia in edicola oggi

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