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Musei e siti in Sicilia, la firma del decreto fa scattare subito gli aumenti

Il top, 14 euro invece dei vecchi 10, si pagherà nei parchi archeologici . Il provvedimento dell'assessore Scarpinato fa salvi i biglietti già acquistati dai tour operator

Turisti alla Valle dei Templi

Ancora per cinque giorni visitare la Valle dei Templi (nella foto) e il Teatro Antico di Taormina costerà solo 10 euro. Poi, dal primo gennaio, il prezzo del biglietto crescerà fino a 14 euro. E pure per la Villa Romana del Casale non basteranno più 10 euro, ne serviranno quattro in più. Mentre per la galleria Abatellis a Palermo si passerà da 8 a 10 euro. Sono aumenti generalizzati che entreranno in vigore per tutti i siti e musei siciliani per effetto di un decreto che l’assessore ai Beni Culturali, il meloniano Francesco Scarpinato, ha firmato alla vigilia di Natale.

È una manovra che arriva al traguardo dopo mesi di frizioni nel governo. Scarpinato aveva firmato un primo decreto l’11 ottobre scorso introducendo gli aumenti. Ma l’assessore non aveva informato il presidente della Regione, che a sua volta era stato raggiunto dalle proteste di tour operator e associazioni dei consumatori. In particolare i primi avevano lamentato il fatto di aver acquistato da mesi, ai vecchi prezzi, migliaia di biglietti da sfruttare nel 2024. È la classica operazione che serve a creare pacchetti turistici da vendere poi per la stagione successiva.

Il decreto di Scarpinato avrebbe costretto i tour operator a rivedere i prezzi di questi pacchetti e perfino a chiedere integrazioni per quelli già venduti. Per questo motivo il presidente Schifani ha prima chiesto e ottenuto la sospensione del primo decreto. E poi dato delle direttive all’assessore per mitigare l’effetto degli aumenti sulla prossima stagione turistica. Per la verità Schifani aveva suggerito all’assessore di prevedere l’entrata in vigore degli aumenti in primavera. Ma Scarpinato ha tenuto l’originaria previsione, dunque i biglietti più cari saranno in vendita già da lunedì.

C’è una mediazione però che va incontro alle richieste formulate da Schifani. Il decreto firmato da Scarpinato prevede una sorta di moratoria per chi ha già acquistato biglietti o lo farà nei prossimi cinque giorni: «Restano salve e impregiudicate le tariffe per gli operatori turistici che abbiano acquistato o acquistino biglietti entro e non oltre il 31 dicembre per la propria programmazione annuale». È una clausola che fonti vicine a Schifani ritengono sufficiente a rispettare gli input dati nelle scorse settimane dal governatore. Che però, va detto, anche ieri non era stato informato della firma del nuovo provvedimento da parte di Scarpinato.

L’assessore in pratica ha confermato per intero i prezzi (e dunque gli aumenti) già previsti a metà ottobre. Il provvedimento è forte di un parere del Comitato per i biglietti, che era stato formato la scorsa primavera e che aveva già formulato la prima versione del nuovo tariffario. Secondo Scarpinato «anche prevedendo un aumento medio del 30%, le tariffe d’accesso ai luoghi della cultura rimarrebbero comunque al di sotto delle tariffe praticate presso i siti nazionali raffrontabili per tipologia». In sintesi, secondo l’assessore ai Beni Culturali la Regione starebbe prevedendo aumenti inferiori a quelli che sarebbe naturale introdurre sulla base dei trend nazionali.

Fin qui le premesse del provvedimento. Ma quanto valgono dunque gli aumenti? Come detto la Valle dei Templi costa oggi 10 euro e ne costerà dalla prossima settimana 14. Sempre ad Agrigento per il museo Archeologico si passerà 8 a 10 euro e per il Pirandello da 4 a 6. L’area archeologica di Eraclea Minoa costerà 6 euro invece degli attuali 4. Nell’Ennese, la villa Romana del Casale costerà da lunedì 14 euro invece che 10. Per l’area archeologica di Morgantina si spenderanno 6 euro invece di 4 e per il museo di Aidone (in cui si trova la Venere) altri 8 euro invece di 6. A Palermo, Abatellis a parte, visitare San Giovanni degli Eremiti costerà 8 euro invece che 6. E lo stesso aumento è previsto per il chiostro di Monreale. Anche per il Castello della Zisa e per il museo Salinas si spenderanno 8 euro invece di 6. Da 6 a 8 euro pure il ticket per il museo di Palazzo D’Aumale a Terrasini.

Nel capoluogo finiscono a pagamento anche siti che sono sempre stati gratuiti (e lo saranno fino a domenica): per la Palazzina Cinese si spenderanno 4 euro e la stessa cifra per il Villino Florio e per gli scavi archeologici di Monte Iato. Per il Castello a Mare il ticket di ingresso passerà da 2 a 4 euro. Per entrare al museo di Messina si pagheranno 10 euro invece degli 8 attuali. Per l’area archeologica di Tindari 8 invece dei 6 abituali. Il Teatro Antico di Taormina, come detto, costerà 14 euro invece di 10. A Siracusa per la galleria Bellomo si spenderanno 10 euro invece di 8. Per il Castello Maniace 6 invece di 4. Il museo Paolo Orsi è l’unico in Sicilia che non subirà aumenti e dunque sarà ancora visitabile per 10 euro. Mentre l’area che comprende la Neapolis, il teatro greco e l’Orecchio di Dioniso costerà appena 50 centesimi in più: da 13,5 a 14 euro.

L’aumento maggiore è invece previsto per i gioielli del Trapanese. Il museo Baglio Anselmi di Marsala passerà da 4 a 10 euro. Il parco archeologico di Segesta costerà 14 euro invece di 6 e lo stesso aumento è fissato per il parco archeologico di Selinunte. Il museo del Satiro Danzante di Mazara passa da 6 a 8 euro.

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