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Il Ponte sullo Stretto, le reazioni della politica sulla quota partecipativa richiesta alla Regione

Un rednering del Ponte sullo stretto di Messina ANSA/FRANCESCO SAYA /

Non tardano ad arrivare le reazioni dei diversi partiti politici a proposito della decisione del governo Meloni di rimodulare i fondi stanziati per il Ponte sullo Stretto, riducendo gli oneri a carico dello Stato e chiedendo un'ulteriore somma alla Regione Siciliana.

«Ritengo inammissibile che venga posto a carico della Sicilia ulteriori risorse - afferma Tommaso Calderone, deputato di Forza Italia e presidente della commissione bicamerale sull’insularità -.  Nella legge di bilancio, leggo, si intende utilizzare una rilevantissima parte di fondi destinati alla Sicilia per altre opere, per il Ponte. Si parla di 1,7 miliardi. È inaccettabile». E prosegue: «Si dovrebbe pensare, per principio costituzionale, a eliminare gli svantaggi derivanti dalla condizione di insularità e invece si agisce al contrario, rendendo vano il grande lavoro che sta svolgendo il presidente della Regione Siciliana, senatore Schifani, con il quale concorderò per le vie brevi, una audizione in commissione per pianificare un intervento a difesa della Sicilia e dei siciliani».

A queste parole tuona Nino Germanà, vicepresidente del gruppo Lega al Senato e siciliano: «Quella di Tommaso Calderone è un’affermazione che ci stupisce - dice Germanà - una reazione del genere potremmo aspettarcela da certa sinistra che è contro lo sviluppo delle nostre terre, non certo da parlamentari del partito di Berlusconi. L’auspicio è che Tajani prenda le distanze da tali surreali dichiarazioni».

«È incredibile la critica sulla destinazione dei fondi di sviluppo e coesione al ponte sullo Stretto indicata come sottrazione di risorse a Sicilia e Calabria come se Messina e Villa San Giovanni fossero in altre regioni - continua . Inoltre, come più volte ribadito, nessun euro dei fondi Pnrr, Sie, Fsc e altri piani complementari (per un totale di 309 miliardi di euro) andrà perso. Questo risultato si ottiene posizionando i progetti più avanzati sul Pnrr e quelli da realizzare su altri fondi, senza eliminare nessuna opera. Finalmente, spendendo tutti i fondi e spendendoli bene, grazie alla determinazione del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, si realizzerà un progetto importante e con grande capacità di crescita per tutto il Meridione».

Il segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo «Sul ponte sullo Stretto il presidente della Regione, Renato Schifani, si è incartato. Ieri infatti il governo nazionale ha annunciato che gran parte delle risorse arriveranno dalle quote del Fondo di sviluppo e coesione destinate alla Sicilia e alla Calabria. Adesso Schifani dica ai siciliani quante e quali opere saranno sacrificate sull'altare
di Salvini grazie a questo scippo perpetrato, a suo dire, in modo non concordato, ai danni della Sicilia. Che l’iniziativa non sia stata concordata tra Regione e governo centrale - aggiunge - è un aspetto ancor più grave».

Per la deputata siciliana del M5s Daniela Morfino: «Prendere ai cittadini siciliani e calabresi 2,3 miliardi dei fondi di coesione è un furto con scasso. Talmente plateale che persino il governatore Schifani sta facendo le barricate».

Il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca e il collega Luigi Sunseri, presidente della commissione Ue dell’Ars definiscono la questione «l’ennesima scelta scellerata di un governo nazionale di incapaci che vuole affossare definitivamente la Sicilia, finanziando la campagna elettorale di Salvini con i soldi per le nostre strade e per le altre indispensabili infrastrutture che ci mancano e che frenano lo sviluppo della nostra isola. Tutto ciò non solo è inaccettabile, è anche vergognoso e faremo di tutto perché ciò non avvenga. La riprogrammazione dei fondi di sviluppo e coesione deve passare delle commissioni Bilancio ed Ue dell’Ars, dove faremo le barricate. Speriamo- concludono i due deputati – che Schifani scopra il vero volto di un ministro che ha difeso fino a qualche giorno fa e faccia finalmente gli interessi dell’isola che dovrebbe governare al meglio e non quelli del centro destra di cui indossa la casacca. Senza un progetto esecutivo nulla può essere finanziato, men che meno le ambizioni di un ministro che cerca gloria e voti sulla pelle dei siciliani».

Nella foto un rendering del progetto del Ponte sullo Stretto

 

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