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Le Europee alle porte, big in campo nei partiti: Meloni-Musumeci per FdI in Sicilia

Lega e Mpa insieme, con tutti gli assessori. In Forza Italia i papabili sono Falcone e Tamajo. La Dc verso un accordo con Renzi. Il Pd rilancia Lupo

In Fratelli d’Italia, dietro la Meloni che dovrebbe fare da capolista, il nome a sorpresa potrebbe essere quello di Nello Musumeci. Certa la ricandidatura dell'uscente Giuseppe Milazzo, palermitano. La Lega e l’Mpa, ormai federati, schiereranno nella lista comune tutti gli assessori del governo regionale. Il Pd potrebbe riportare nella mischia Giuseppe Lupo oppure puntare su Antonello Cracolici. I grillini devono ancora decidere se svolgere le primarie on line.

La mossa di Forza Italia, che dalla convention di Taormina è uscita con una rotta chiara sulle Europee, ha innescato un effetto domino su alleati e avversari. È scattata una accelerazione nelle scelte per le Europee della prossima primavera.

Antonio Tajani si è presentato alla convention con Caterina Chinnici, magistrato e figlia del del giudice ucciso dai boss, e ha citato nel suo intervento l’ingresso nel partito anche di Rita Dalla Chiesa, figlia del prefetto ucciso. È stato un segnale sulla linea di confine che a Roma vogliono non sia superata. Da qui il no agli uomini della Dc in lista. Posizione che spinge i cuffariani verso Matteo Renzi e spiana la strada in Forza Italia a due candidature create in casa: quelle dell’assessore all’Economia Marco Falcone e del collega alle Attività Produttive Edy Tamajo.

Per Fratelli d’Italia la filosofia di fondo è già delineata: in lista tutti i big delle correnti dietro la Meloni. E da qualche giorno il nome forte per la Sicilia è quello di Musumeci, ex presidente della Regione e ministro per la Protezione Civile. Se FdI optasse per Musumeci sarebbe sbarrata la strada per Ruggero Razza, fino a qualche settimana fa considerato in pole position. L’altro nodo da sciogliere riguarda Francesco Scarpinato e Giampiero Cannella: il primo, se eletto, libererebbe un posto in giunta ai Beni Culturali, il secondo farebbe lo stesso al Comune di Palermo. Fra le donne un posto andrà quasi certamente a Giusy Savarino, deputata regionale agrigentina. Un altro potrebbe andare ad Elvira Amata, che lascerebbe l’assessorato regionale al Turismo o ad Ella Bucalo, deputata nazionale che se eletta innescherebbe un’altra reazione a catena, visto che il suo posto verrebbe preso come primo dei non eletti nel 2022 da Scarpinato che a sua volta libererebbe un posto in giunta regionale. L’ultimo posto, a parte quelli dei due sardi visto che il collegio è unico, dovrebbe andare al segretario catanese Alberto Cardillo.

Nella Lega il nodo da sciogliere è quello di Luca Sammartino. Il vice presidente della Regione, recordman di consensi, non ha ancora deciso se cedere al pressing di Salvini che vorrebbe tutti gli assessori in lista. In quest’ottica appare certa la candidatura di Mimmo Turano, assessore alla Formazione, e di Roberto Di Mauro, collega ai Rifiuti in quota Mpa. L’altro nome certo è quello della uscente Annalisa Tardino, segretaria regionale per la quale il partito si sta mobilitando da Roma alla Sicilia. Cuffaro punterà sulla uscente Francesca Donato e su un uomo. E finora ha smentito una sua corsa in prima persona.

Nell’altra metà campo è il Pd ad essere in fase più avanzata. Di sicuro un posto andrà all’uscente Pietro Bartolo. Da qualche giorno si fa l’ipotesi di una candidatura da capolista in tutte le Regioni di Elly Schlein. Se così non sarà al segretario Anthony Barbagallo toccherà individuare un candidato di area di maggioranza. Un posto potrebbe andare a Giuseppe Lupo, ex deputato regionale non ricandidato per un processo in corso che potrebbe però finire prima delle Europee. Se non ci fosse Lupo sarebbe quello di Antonello Cracolici il nome più gettonato. Il presidente dell’Antimafia è palermitano come Lupo e dunque solo uno dei due troverebbe posto. Per quanto riguarda le altre donne, il Pd punterà su una messinese: Antonella Russo o Maria Flavia Timbro.

I grillini non hanno ancora deciso come scegliere i loro otto nomi. Ci sarà di certo una forma di consultazione degli iscritti ma non è detto che il ventaglio di nomi copra tutta la lista. È possibile che Conte, come già avvenuto per le Politiche, si riservi alcuni spazi per inserire big voluti dal quartier generale. Non dovrebbero essere recuperati gli esclusi da Camera, Senato e Ars perché hanno superato il secondo mandato. Ma in tanti che lo stanno facendo ora, il secondo mandato, cercano spazio alle Europee per allungare la loro «vita» politica e aggirare un po’ le regole del Movimento.

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