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In 50 mila in piazza a Roma per il Pd, Schlein: «Da qui una fase nuova»

Scintille con Giorgia Meloni. Alla manifestazione c’è Conte: «Campo non largo, ma giusto»

Da piazza del Popolo Elly Schlein ha preso la rincorsa per la campagna elettorale. Non quella per le Europee. Ma quella per le Politiche, quando ci sarà da sfidare il centrodestra ora al governo. «Da qui parte l’alternativa che vogliamo costruire - ha scandito la segretaria Pd - Da questa piazza parte una fase nuova. L’alternativa c’è, continueremo a cercare convergenze con le altre forze di opposizione».

Piazza del Popolo di Roma si è riempita velocemente. Il Pd ha fatto i conti: «Siamo in 50 mila». Tanto che alla fine Schlein ha confessato: «Non ci potevamo neanche aspettare una partecipazione così forte». Il bagno di folla in piazza ha fatto da contraltare a un botta e risposta veicolato dai social. Dal palco Schlein ha attaccato la riforma presidenzialista: «Un’arma di distrazione di massa - ha detto -, Giorgia Meloni non vuole governare, ma comandare, la destra ha sempre sognato di smantellare la Repubblica parlamentare per l’uomo solo al comando, ma la storia di questo Paese ha dato e non è andata bene». La presidente del Consiglio le ha risposto via X: «Cara Elly, noi vogliamo semplicemente che siano i cittadini ad avere più potere, dando così maggior forza e stabilità all’Italia. Cioè quello che dovrebbe sostenere ogni sincero democratico».

Il colpo d’occhio di piazza del Popolo è stato di bandiere Pd, della Pace, qualcuna dei giovani democratici, dell’Arci. Dal Nazareno avevano fatto capire che sarebbe stato meglio lasciare fuori richiami alla guerra in Medioriente, per non creare tensioni, divisioni. Un paio di giovani sono riusciti a fare entrare kefiah e due bandiere palestinesi, ma sono state velocemente rimesse negli zaini. La prova della folla è andata. Malgrado l’invito alle alleanze, però, sul campo largo non ci sono stati passi avanti. È vero, il presidente del M5s Giuseppe Conte è arrivato in piazza. Si è fermato il tempo di un saluto con qualche big del Pd. E di una chiacchierata con Schlein nel retropalco. Poi ha lasciato la manifestazione. E sulle alleanze ha continuato ad andarci piano piano. «Campo largo? Io - ha ribadito - sono per il campo giusto. Siamo qui per confermare il dialogo che abbiamo già avviato col Pd e per confermare tutto il nostro dissenso, forte, alle politiche del governo. Non mi fate sottolineare oggi le ragioni che ci portano ad avere una posizione diversa, non mi sembra la giornata».

In piazza c’erano, e più convinti di lavorare insieme al Pd, anche il coportavoce dei Verdi, Angelo Bonelli, e il segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni. Assenti Azione e Italia viva: Carlo Calenda perché non crede troppo nelle piazze, Matteo Renzi perché non crede troppo nel futuro centrosinistra. Il messaggio di Schlein ai papabili alleati è stato chiaro: «Non abbiamo alcuna presunzione di autosufficienza, ma siamo la prima forza di opposizione, senza il Pd non si può costruire l’alternativa». Anche il presidente del Pd, Stefano Bonaccini, le ha riconosciuto la capacità di «unire le opposizioni sulla battaglia sacrosanta sul salario minimo». Sotto il palco c’erano tutte le anime del partito. E nel Pd non è mai scontato che accada. Schlein ha snocciolato il programma del Pd, la base di quello della coalizione progressista che ha in mente: difesa della sanità pubblica, della scuola pubblica, del diritto alla casa, dell’ambiente, lo ius soli, la difesa della 194, il salario minimo. E intanto, contrastare la manovra e l’accordo con l’Albania, che «è contro la Costituzione».

Sulla guerra Schlein ha avvertito: «La brutalità di Hamas non giustifica altra brutalità sui civili palestinesi» e ha chiesto «un cessate il fuoco umanitario». Poi, con la voce rotta, un tributo a Liliana Segre: «Non sei vissuta invano».

Per l’Ucraina, la segretaria Pd è tornata a invocare un attivismo diplomatico dell’Ue e a ribadire l’appoggio a Kiev, pur senza pronunciare la parola armi. Ma non è giornata per far caso ai dettagli. Quando è partita Bella ciao, tutti sul palco a cantare. E anche in piazza hanno cantato. Come avevano applaudito Sandro Pertini e come avevano gridato «vergogna» per i tagli alla sanità. Schlein vuol ripartire da questa piazza.

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