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Il salario minimo torna in Aula, scontro fra M5s e governo

Botta e risposta Meloni-Conte alla Camera. Schlein: «Il Pd si batterà per le famiglie»

Il presidente del M5S, Giuseppe Conte

La conferenza dei capigruppo decide il ritorno del salario minimo in Aula, ed è subito scontro. «Noi ce ne occuperemo nei prossimi giorni ma ho una domanda da fare a Conte: perché in tre anni di governo non lo avete fatto voi?». Al culmine del suo intervento in Aula alla Camera, in occasione delle comunicazioni sul prossimo Consiglio europeo, Giorgia Meloni sbotta e va all’attacco. La replica del leader pentastellato, sempre in Aula, non tarda ad arrivare. «Mi ha chiesto sul salario minimo? La differenza tra noi e lei è che noi da 10 anni ci battiamo per approvarlo, mentre lei da 15 anni si è sempre battuta per non approvarlo. Non ha mai dedicato attenzione ai giovani sottopagati e alle donne sottopagate». E ancora aggiunge ironico: «Sui banchi del governo non vedo la Meloni, ma la Fornero».

La miccia è stata accesa, anche con un certo anticipo rispetto all’approdo delle misure nell’Emiciclo. Poche ore prima dell’intervento di Meloni, il M5s aveva ottenuto in capigruppo la ricalendarizzazione del provvedimento in Aula il 28 novembre in quota opposizione con un avvertimento: «sul punto non arretreremo». La stessa linea ribadita anche dal Pd con Elly Schlein che sottolinea rivolta a Meloni: «Continuate a non fare il salario minimo quando Eurostat dice che la povertà riguarda 2,18 milioni di famiglie italiane. Il Pd continuerà a battersi per quelle famiglie».

Del resto, da tempo l’opposizione ne ha fatto un proprio cavallo di battaglia con la proposta unitaria a prima firma Conte. Il testo, era già approdato in Aula nei mesi scorsi dopo vari stop and go, ed è tornato la settimana scorsa in commissione su richiesta della maggioranza e dopo il pronunciamento del Cnel. Tra poco più di un mese sarà all’esame di Montecitorio, anche se abbinato alla proposta di Forza Italia che prevede in sostanza di adeguare tutte le retribuzioni alla contrattazione collettiva nazionale. Una posizione che non rappresenta però - viene specificato da più parti dentro a FdI - tutta la maggioranza. Nelle prossime settimane il centrodestra cercherà di trovare una posizione unitaria che potrebbe rientrare nel più ampio tema dell’estensione e rinnovo dei contratti.

«Del salario minimo ci occuperemo nei prossimi giorni», fa sapere la premier Giorgia Meloni. Non solo. La posizione sul fronte del lavoro di Fratelli d’Italia sarà al centro di un evento che il partito sta organizzando nella prima metà di novembre. Un modo anche per comunicare le proposte del partito ai lavoratori che - ha attaccato Meloni rivolta a Conte - «oggi portate in piazza ma sono più intelligenti di quanto li facciate».

Una volta che la proposta della maggioranza sarà messa a punto, il centrodestra potrebbe presentarla in commissione e farne il nuovo testo portante all’esame dell’Aula, un testo che però non prevedrebbe la quota dei 9 euro di salario minimo alla quale la maggioranza si è sempre detta contraria. Se questo accadesse, con la proposta di maggioranza che arriverebbe di fatto sovrapponendosi a quella presentata in quota opposizione, il centrosinistra annuncia già da ora le barricate.

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