
Il giudice del Tribunale di Potenza Filippo Palumbo non ha convalidato il trattenimento, disposto dal questore di Forlì, di un cittadino tunisino richiedente asilo nel Cpr di Palazzo San Gervasio, provincia di Potenza. Interpellata dall’Ansa l’avvocato Angela Maria Bitonti, referente per la Basilicata dell’Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione), ha confermato la notizia pubblicata sul sito di Repubblica. La decisione è simile a quelle già adottate a Catania, che hanno causato una levata di scudi da parte di esponenti del governo e della maggioranza.
3 Commenti
Caustico
13/10/2023 19:08
Ora di questo giudice Salvini troverà un video in cui lo si riconosce mentre butta il vetro nel giorno della plastica.
Riccardo
13/10/2023 20:33
A nessuno viene il sospetto che il decreto è stato scritto malissimo, in contrasto con la costituzione e con le disposizioni europee, a cui l'Italia deve adeguarsi? Invece di ampliare il contrasto con i giudici sarebbe opportuno riscriverlo eliminando i problemi.
Ciro
13/10/2023 22:45
Non ne sono capaci, sanno solo fare propaganda di bassa lega, mentre i problemi del paese si aggravano. Purtroppo tanti ingenui abboccano
Se vi pare
14/10/2023 07:51
Che sia scritto bene o male è materia esclusiva di addetti ai lavori, che una corrente della magistratura remi contro questa maggioranza è palese e non occorre essere addetti ai lavori.
Framan
14/10/2023 12:26
A prescindere da come è stata scritta la norma, i magistrati dovrebbero capire che, ai fini della sicurezza dei cittadini e nel supremo interesse nazionale, la loro pignoleria è inopportuna nel contesto di una immigrazione illegale di colossali proporzioni. Anche gli altri paesi UE sono obbligati a sottostare alla normativa internazionale, ma le magistrature non si sognano minimamente di interferire con l'azione dei rispettivi governi, anche quando questi agiscono in aperto contrasto con le norme. Vedasi, ad esempio, l'illecito respingimento dei minori alla frontiera francese; ancora più grave, ove si consideri che la Francia, proprio per tale ragione, è stata condannata dalla Corte Europea dei Diritti. Cionostante, i respingimenti continuano, nel completo silenzio della magistratura francese. Quindi, è lecito nutrire dubbi sulle finalità dell'azione della magistratura italiana.
senzapelisullalingua
15/10/2023 05:50
Riflessione impeccabile che non può che essere pienamente e totalmente condivisa