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Mafia nelle fiction, Re: «Basta con gli stereotipi criminali, sono modelli diseducativi e devianti»

L'appello della presidente del Movimento italiano per la gentilezza

"Non possiamo più tollerare modelli televisivi che narrano stereotipi mafiosi e criminali, con una narrazione fuorviante dove le figure criminali o lo stile di vita di fuorilegge diventano il simbolo della forza, del migliore". Lo ha detto la presidente del Movimento italiano per la gentilezza, Natalia Re.

"Da più di vent'anni - continua Re - i canali televisivi producono e mandano in onda serie televisive dove il protagonista è un super boss della mafia, divenendo idolo della massa, e anche oggetto di merchandising. Anche l'ultima fiction Maria Corleone si inserisce perfettamente in questa logica di esaltazione di modelli femminili assolutamente distorti e devianti. E tra poco ci aspettiamo l'uscita anche di una serie tv sul superlatitante Matteo Messina Denaro, un'esaltazione di un modello di un uomo che dovrebbe essere assolutamente dimenticato piuttosto che ricordato con fiction che lo celebrano".

Secondo il Movimento la Tv ha un ruolo importante, educa, forma e plasma i comportamenti di ognuno, soprattutto in età adolescenziale: "Non possiamo permetterci che passi un messaggio fuorviante e assistere a delle serie dove i cattivi diventano dei leader. Ci uniamo alle dichiarazioni del presidente del Tribunale dei minorenni di Trento, Giuseppe Spadaro, critico sulle serie come Gomorra e Mare Fuori".

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