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Lo scontro sugli incendi, i vescovi siciliani provano a ricucire lo strappo con Schifani

Dopo le accuse di inerzia ai governi regionali, mosse da monsignor Marciante, la Cesi prova a tornare a un clima di collaborazione

Antonino Raspanti

La Conferenza episcopale siciliana prova a ricucire lo strappo maturato con il governo regionale durante l’emergenza incendi che ha messo in ginocchio la Sicilia fra venerdì e sabato. In una nota ufficiale a firma di monsignor Antonino Raspanti la Cesi riconosce che “anche il governo regionale, per la parte che gli spetta, è messo a dura prova e constatiamo il suo sforzo di assumere i necessari provvedimenti per superare l’emergenza, attivare la necessaria prevenzione e pervenire al controllo del territorio”.

Sono frasi che fanno seguito alle critiche che monsignor Marciante, vescovo di Cefalù, aveva rivolto a caldo “ai governi regionali”, rei di inerzia sulla lotta ai piromani al punto da rendere necessaria la protesta collettiva. Ne era scaturita una dura polemica col presidente della Regione, Renato Schifani, secondo cui il vescovo di Cefalù con questo atteggiamento fomentava la rivolta.

Ora arriva l’analisi della Conferenza episcopale, che prova a tornare a un clima di collaborazione: “Nei giorni scorsi abbiamo ancora assistito al doloroso fenomeno degli incendi nella nostra Isola, con ulteriori danni al creato, al patrimonio e alle persone. Il perdurare annoso del fenomeno addolora tutti. Dopo le ore concitate e la comprensibile tensione creatasi, generata dalla volontà di esser prossimi alle persone in pericolo, siamo riconoscenti a tutte le istituzioni e ai volontari che si sono spesi per aiutare coloro che erano in difficoltà. Così è stato pure per le nostre comunità e i loro pastori”.

La nota firmata da Raspanti si chiude con un invito alla collaborazione: “Mossi dallo spirito cristiano che pervade le nostre comunità, desideriamo anche noi, vescovi di Sicilia, offrire il contributo ecclesiale per la cura della casa comune, unendo le nostre forze a quelle già in campo”.

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