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Schifani: «Un piano per evitare disastri in autunno»

Il presidente della Regione: adattiamoci ai cambiamenti climatici

Serve adattarsi ai cambiamenti climatici e non farsi trovare impreparati. E le responsabilità per quello che è accaduto non possono addebitarsi solamente alla politica. Così il presidente della Regione, Renato Schifani, commenta quanto accaduto in questi giorni in Sicilia: dalla crisi di Fontanarossa agli incendi che hanno devastato l’Isola. Tra una riunione operativa e l’altra annuncia che da martedì prossimo saranno attivate le tensostrutture per l’aeroporto di Catania «che potrà tornare operativo all’80%». E per l’autunno un piano di pulizia dei letti dei fiumi per evitare esondazioni.

Presidente lei ha detto che tra lunedì e martedì ha avuto paura che la situazione potesse sfuggire di mano.
«La grande paura è passata, ma il continuo nascere di crateri incendiari nella provincia di Palermo sembrava inarrestabile. La coincidenza di altissime temperature e forte vento di scirocco avevano determinato la impossibilità di utilizzo dei mezzi aerei di spegnimento. Una situazione pericolosissima e non contrastabile. Caduto lo scirocco la situazione si è invertita. E voglio anche ringraziare il ministro degli Interni Piantedosi perché ha subito inviato due nuovi Canadair in Sicilia dopo la mia richiesta perché avevo capito che c’era una situazione di forte pressione».

Un situazione di emergenza che si è aggiunta al caos dei trasporti aerei dopo il rogo a Fontanarossa.
«Martedì lo scalo riaprirà all’80% quando sarà aperta la tensostruttura realizzata dall’Aeronautica e nel corso della prossima settimana si tornerà definitivamente alla normalità. Vorrei ringraziare società di gestione e dipendenti della Sac che stanno dando prova di grande professionalità nel gestire momenti straordinari che hanno messo tutti a dura prova».

La giunta ha deliberato la richiesta di stato di calamità, le associazioni chiedono ristori per settori che rischiano di andare in crisi, turismo e commercio prima di tutto per colpa di black out e distacchi.
«Sono certo che il governo nazionale la valuterà al prossimo cdm. Il premier ha manifestato grande vicinanza a questa terra. Abbiamo già ringraziato il ministro Santanchè per i 10 milioni per il danno al settore turistico e adesso ci aspettiamo un sostegno economico da parte dello Stato come prevedono le norme. E se le risorse non dovessero essere sufficienti per i risarcimenti come Regione non ci tireremo sicuramente indietro. Già lunedì ho chiamato l’ad di Enel che ha inviato nell’Isola 10 power station e gruppi elettrogeni per sostenere i problemi che si erano verificati soprattutto nella parte orientale dell’Isola. Nel giro di 24 ore queste interruzioni si sono notevolmente interrotte».

L’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice dice che la colpa di questi disastri è della politica.
«Ho grande rispetto per l’arcivescovo Lorefice ma non posso condividere appieno che sia tutta responsabilità della politica, non perché io stesso faccia politica ma occorre anche avere una situazione pragmatica della situazione che si è creata: con una temperatura di cinquanta gradi, il vento di scirocco e la pazzia dei piromani non si può dire in piena coscienza di eventi che è solo colpa della politica».

Qualcosa di certo la politica può fare.
«In autunno aspettiamo delle bombe d’acqua per le quali mi sono prefissato un piano di diverse centinaia di milioni di euro per evitare gli straripamenti pulendo i letti dei fiumi. Le estati si prefigurano con l’anticiclone sahariano che fino a poco tempo fa non conoscevamo. È evidente che c’è un cambiamento in corso. Occorre attrezzarsi e valutare gli aspetti di questo cambio meteo e valutarli. Cosa che intendiamo fare e che stiamo facendo. Gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo ma certo il susseguirsi quasi immediato tra la crisi di Fontanarossa e gli incendi hanno messo a dura prova anche i sistemi istituzionali che hanno retto. E a certa stampa estera che dice di non venire in Sicilia dico, con grande dignità e coraggio, di guardare a casa loro».

Diversi deputati regionali chiedono un dibattito all’Ars sull’accaduto.
«Ho il massimo rispetto per le assemblee parlamentari, quando si sarà definito esaurito il quadro delle emergenze non escludo che il governo possa riferire sull’accaduto».

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