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Siciliacque, la Regione vara la sanatoria per le tariffe «salate»

La società non dovrà rimborsare le quote incassate extra a enti e cittadini di buona parte dell’Isola

Il carteggio dell’assessorato Acqua e Rifiuti è arrivato sul tavolo della giunta ieri sera. E in quella carpetta viaggia un provvedimento che ha l’effetto di una sanatoria che evita a Siciliacque di dover ricalcolare la tariffa applicata nell’Isola dal 2016 a oggi concedendo anche rimborsi a chi (Comuni o cittadini) ha pagato a prezzi più elevati di quelli medi applicati sul piano nazionale.

In estrema sintesi, la giunta Schifani, su proposta dell’assessore Roberto Di Mauro, ha fissato il costo dell’acqua. E ha confermato la tariffa applicata dal 2016 in poi da Siciliacque. Il punto è che questo è l’ultimo atto di una manovra che, appunto, recupera gli effetti economici di una sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa che aveva annullato la vecchia tariffa.
«Così abbiamo messo in sicurezza Siciliacque. La giunta ha lavorato bene e compattamente trovando una soluzione razionale» ha commentato ieri sera Schifani.

E qui bisogna fare un passo indietro di alcuni anni. Nel luglio del 2022 il Cga decide su un vecchio ricorso dell’Amap di Palermo e annulla la tariffa decisa da Regione e Siciliacque (la partecipata che ha ereditato le competenze dell’Eas). La sentenza evidenzia che quella tariffa di 0,696 euro a metro cubo vale il doppio di quella applicata in Calabria e più del triplo di quelle in vigore nelle Marche. La tariffa siciliana è genericamente più alta di quelle in vigore nel resto del Paese e oltre a essere troppo elevata è stata determinata da chi non aveva il potere di farlo, cioè la Regione e Siciliacque. Secondo il Cga toccava agli Ato idrici decidere il prezzo dell’acqua.

Siciliacque fornisce circa 90 milioni di metri cubi potabili all’anno, coprendo l'intero fabbisogno delle province di Trapani, Agrigento, Caltanissetta ed Enna e parte di quello di Palermo e Messina. In alcuni Comuni serve direttamente le case, in altri vende a intermediari come Amap che due anni fa ha calcolato che la sentenza del Cga avrebbe potuto portare a rimborsi che per il Comune di Palermo venivano stimati in 300 mila euro a trimestre dal 2016 a oggi. Ma ieri la giunta ha rimesso in ordine il settore.

Un servizio completo di Giacinto Pipitone sul Giornale di Sicilia in edicola oggi

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