Prima il chiarimento sull’assoluta impossibilità di dimettersi, affermazione bollata come fake news, poi una riflessione sulla differenza tra il proprio modus operandi e quello di chi lo ha attaccato negli ultimi giorni: Renato Schifani, intervenuto a margine del 249° anniversario della Guardia di Finanza alla caserma Cangialosi, prova a lasciarsi definitivamente alle spalle dubbi e fughe di notizie che si erano rincorsi soprattutto dopo lo stop alla bozza di emendamento di ieri sera, con cui il Comune di Taormina avrebbe ricevuto 300 mila euro per la modifica alla ripartizione degli incassi per gli spettacoli al Teatro antico.
Il governatore siciliano spiega come tale bozza, ricevuta dal presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, “riguardava i contributi ai Comuni che ospitano manifestazioni culturali in parchi o arene di proprietà della regione: questo schema, ovviamente non per colpa sua, era del tutto inammissibile e privo di coperture. La mia contrarietà è stata sia tecnica che politica, perchè avrebbe abolito una norma che in caso di eliminazione avrebbe provocato un vuoto legislativo: noi facciamo le cose per bene, il nostro interesse è tutelare tutti quei sindaci della Sicilia che in certi momenti hanno bisogno di contributi per sopperire a spese straordinarie. Siamo soliti intervenire per tempo, ma in questo caso una simile bozza di emendamento avrebbe creato caos. Noi lavoriamo a una soluzione corretta”.
Dopo una simile riflessione però Schifani va oltre, evidenziando le proprie perplessità sull’operato dell’aula: “A volte assisto a un’attività legislativa del tutto disordinata: una situazione che il presidente Galvagno ha purtroppo ereditato. Sono pronto a collaborare con lui per incanalare nei giusti limiti della correttezza tecnico-legislativa e procedurale da parte dell’aula, nell’interesse dei siciliani e del paese”. Tale situazione, spiega l’ex presidente del Senato, è in totale controtendenza rispetto a quella che emerge nelle commissioni, all’interno delle quali “gli emendamenti che comportano spese vengono correttamente esaminati con un parere tecnico dalla commissione bilancio, mentre in aula questo non avviene perchè si presentano emendamenti senza nessun filtro o valutazione. Questi, anche se sono privi di copertura, vengono messi in dotazione creando poi i buchi nei conti o le impugnative del governo nazionale”.
Nonostante le perplessità, Schifani esprime totale fiducia nell’operato di Luca Sammartino, suo vice nonchè assessore per i Rapporti con il parlamento siciliano. Infine il presidente della Regione torna ancora, senza mai nominarlo direttamente, sui recenti dissidi con Cateno De Luca: “Le istituzioni per me sono sacre: chi mi conosce sa che parlo poco e lavoro molto per il bene dei siciliani. Non amo i teatrini e non utilizzo le istituzioni per ricattare e fare show”.
A Gianfranco Miccichè, che in mattinata aveva avuto un colloquio con il primo cittadino di Taormina e che in merito alla vicenda aveva parlato in una nota di uno Schifani ‘che vive delle sue vendette e dei suoi rancorì, il governatore regionale sottolinea ironicamente come “non vorrei che dica certe cose per colpa del caldo incipiente: se dovesse stare male mi auguro di cuore che pensi subito a curarsi”.
Immediata la replica. "Io mi devo andare a curare? Dite al Presidente Schifani che abbiamo quasi la stessa età e lui pare mio nonno, forse di cure ne ha più bisogno lui". "Presidente - aggiunge Miccichè - lasci ai suoi scagnozzi il compito delle inutili battute e pensi seriamente a curare i mali della nostra terra, se ne è capace, altrimenti con un atto di onestà e di amore per la Sicilia si dimetta".
Caricamento commenti
Commenta la notizia