Crisi strisciante alla Regione Siciliana, scintille a ripetizione tra Lega e Fratelli d'Italia
In una conversazione avvenuta a caldo dopo lo scrutinio di lunedì Renato Schifani aveva chiesto ai leader di Fratelli d’Italia di non alzare il livello dello scontro con Turano lasciando a lui il compito di gestire la crisi. Ma non c’è giorno che passi senza che il partito della Meloni soffi sul fuoco. E così, mentre la Lega avvia la controffensiva chiedendo che anche alcuni assessori di FdI vengano messi nel mirino, la Dc e l’Mpa si tirano fuori dallo scontro e fanno sapere che in caso di rimpasto resteranno fermi sui loro assetti. Schifani tace da una settimana. E ieri ha pranzato a Roma con Ignazio La Russa ed Enrico Trantino: segnale di solidi legami con FdI. Il presidente nell’Isola è costretto però a registrare l’escalation di accuse reciproche fra Fratelli d’Italia e Lega. La scintilla è stata il sostegno che gli uomini di Mimmo Turano, plenipotenziario leghista nel Trapanese, hanno dato alla vittoria del centrosinistra in città ai danni del candidato della Meloni. Da qui la richiesta dei vertici di FdI di togliere l’assessorato a Turano. La Lega ha fatto intuire mercoledì che in caso di apertura del fascicolo-Turano chiederà la testa a sua volta di alcuni assessori di FdI, di cui contesta il rendimento. Ma ieri il deputato meloniano Nicolò Catania ha di nuovo rilanciato: «Il comportamento di Turano è intollerabile. Anche a Partanna ha lavorato affinché i suoi amici più fidati andassero col centrosinistra. E ha anche festeggiato col sindaco (Francesco Li Vigni, ndr) dopo lo spoglio». Si sta aprendo così una crisi dall’esito imprevedibile. Scenario molto lontano da quella semplice verifica che il presidente della Regione aveva previsto per l’estate con l’obiettivo di cambiare due o tre pedine in vista del rilancio dell’azione amministrativa. L’apertura di una crisi politica è anche uno scenario che non piace agli alleati. Totò Cuffaro, rifondatore della Dc, esclude che un rimpasto o anche una semplice verifica possa estendersi ai suoi assessori, Andrea Messina (Funzione pubblica) e Nuccia Albano (Lavoro): «Noi non abbiamo alcun motivo per cambiare. Io ho fiducia nei miei assessori, anche perché stanno lavorando bene». L’ex presidente prova a derubricare a scontro fra FdI e Lega il passaggio politico in atto: «Credo che il post elezioni stia dando luogo solo a una dialettica fra due partiti. Schifani la gestirà col suo equilibrio e la sua autorevolezza». Meno diplomatico Roberto Di Mauro, assessore all’Energia e leader dell’Mpa di Lombardo: «Non c’è mai stata una riunione di maggioranza per discutere del caso Turano e delle sue eventuali conseguenze. Per quel che ci riguarda finora è solo una ricostruzione giornalistica. Se il presidente vuole valutare l’operato di Turano, c’è un motivo politico, mentre per altre operazioni non vedo motivi, a meno che non si dica che gli assessori sono incapaci». Anche ieri il presidente della Regione non ha commentato le ultime evoluzioni dello scontro. La linea di Palazzo d’Orleans resta quella di non entrare nel merito fino ai ballottaggi. Poi verrà aperta una fase di valutazione dell’operato della giunta dal punto di vista amministrativo. Intanto ieri Schifani è stato a Roma. E lì ha incontrato il ministro per il Sud e le Politiche di Coesione Raffaele Fitto. Sul tavolo l’emergenza legata alla mancata programmazione dei fondi Fsc, che ha portato all’impugnativa di buona parte della Finanziaria che proprio queste risorse utilizzava per varie spese (800 milioni) pur senza che la Regione ne avesse ancora la disponibilità. Schifani e Fitto hanno concordato un calendario che dovrebbe portare a uscire dall’impasse. «Al più tardi entro il mese di settembre - ha detto ieri Schifani - concluderemo un accordo con il governo nazionale per mettere a sistema tutte le risorse per la coesione disponibili per il territorio siciliano. L’intesa con il ministro Fitto punta a mettere in sicurezza la chiusura del ciclo 14/20 e ad assicurare il completamento di tutti gli investimenti meritevoli che concorrono allo sviluppo della Sicilia e già avviati sul territorio regionale». Schifani ha aggiunto che «il ministro ha anche assicurato la possibilità di impiego delle risorse Fsc 21-27 per il cofinanziamento regionale dei programmi comunitari. Ciò consentirà di liberare somme importanti sul bilancio triennale della Regione. Fitto ha anche presentato la squadra che lavorerà con la Regione alla preparazione dell’intesa nella quale saranno individuati gli interventi significativi sui quali indirizzare le risorse 2021-2027 del Fondo per lo sviluppo e la coesione, con una chiara destinazione strategica». Nell’attesa di questa intesa la giunta porterà avanti all’Ars una manovra bis con la quale recupererà da altre fonti finanziarie le risorse destinate a forestali e Comuni, rimaste impigliate nell’impugnativa del governo nazionale. La manovra bis dovrebbe essere la prima legge in agenda all’Ars alla ripresa dei lavori dopo la pausa di due settimane per le Amministrative.