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La Regione non paga, anzi sì: scintille tra comuni, sindacati e Falcone

L'assessore regionale all'Economia, Marco Falcone

La Uil va all'attacco per i ritardi che da 8 mesi tengono senza stipendio i lavoratori della formazione professionale. L'Anci protesta per l'impossibilità di pagare i fornitori e le imprese. E così la Regione torna ad avere sul tavolo l'emergenza pagamenti, anche se l'assessore al Bilancio Marco Falcone prova a rassicurare sul fatto che le procedure burocratiche per sbloccare i fondi sono in dirittura d'arrivo.

"Il governo Schifani aveva assicurato che tutte le spese affrontate dal 2022, e sino a oggi, sarebbero state saldate a partire da questo mese – hanno ricordato Giuseppe Raimondi della Uil Sicilia e Ninni Panzica della Uil Scuola -. Ci accorgiamo, invece, che l'annuncio dato alla stampa dall'assessore al Bilancio, Marco Falcone, non corrisponde al vero e che forse se ne parlerà fra circa tre mesi. Almeno per quanto riguarda i fondi extraregionali distribuiti in numerosi capitoli di spesa che riguardano enti di formazione, imprese e politiche attive del lavoro. E' quindi una Regione che non onora i propri impegni e che accresce la sua inaffidabilità". Per la Uil “i lavoratori della formazione professionale, impegnati nei corsi già dallo scorso ottobre, continueranno a non essere pagati. Otto mesi senza soldi e con spese da affrontare ogni giorno”.

Il problema riguarda la cosiddetta procedura di riaccertamento dei residui degli anni precedenti. Un problema che tiene bloccati anche i fondi con cui i sindaci dovrebbero saldare i loro debiti con le imprese. Da qui l'allarme dell'Anci: “Si provveda in tempi brevi al riaccertamento dei residui di spesa extra-regionali per consentire ai Comuni di pagare le imprese che stanno realizzando opere pubbliche con fondi nazionali e comunitari” hanno scritto il presidente Paolo Amenta e il segretario generale Mario Emanuele Alvano all'assessore Falcone.

L'Associazione dei Comuni siciliani precisa che "l'assessorato all'Economia ha completato il riaccertamento dei residui passivi relativi al 2022, re-imputando al bilancio 2023 della Regione una somma di quasi 500 milioni (spese a valere interamente su risorse regionali). Dal momento che una parte importante dei trasferimenti destinati agli enti locali sono di natura extra-regionale, le tante imprese del territorio siciliano che stanno realizzando opere pubbliche per lavori affidati dagli enti a valere sulle risorse nazionali e comunitarie, corrono il serio rischio di vedere liquidate in forte ritardo le risorse loro spettanti".

Ma per Falcone sono allarmi ingiustificati: “Vorremmo rassicurare l'autorevole sindacato Uil circa il ventilato a pagamento dei residui della Regione. Così come da impegno assunto qualche giorno fa, il Dipartimento Bilancio completerà il riaccertamento entro fine maggio, già domani sarà ultimato quello dei residui ante 2022 per poi passare agli extraregionali. Daremo così il via alle liquidazioni di tutte le spettanze rimanenti per imprese e fornitori, non solo nel campo della formazione professionale. Del resto, lo si sta già facendo con il pagamento dei residui regionali per il 2022, già in pieno svolgimento come sanno bene sia gli enti che le parti sociali».

Falcone ha risposto anche ai sindaci: “Al presidente e al segretario Anci chiederei invece più proposte e contributi concreti per la vita dei Comuni, meno posizioni strumentali. Vorremmo ricordare ad Amenta e Alvano che il governo Schifani ha stabilito di anticipare ai Comuni ben tre trimestralità entro la fine di maggio, così da assicurare una buona liquidità agli enti locali. Anche tali fondi andranno così a incrementare i flussi di spesa erogati quest'anno dalla Regione che, rispetto al 2022, hanno già registrato un aumento di ben 400 milioni di euro, portando le somme complessive erogate a sfiorare i quattro miliardi di euro fra gennaio e aprile».

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