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Centri per l'impiego siciliani, valanga di ricorsi e conti da rifare per 487 posti

Tutto da rifare. Il concorso che mette in palio 487 posti per diplomati nei Centri per l’impiego riparte quasi da capo. Dopo una valanga di ricorsi e richieste di rettifica, la Regione ha deciso ieri di annullare le graduatorie formalizzate il 29 novembre. Non si tornerà sui banchi per ripetere le prove selettive ma cambieranno in modo sostanziale i punteggi.

L’assessorato alla Funzione Pubblica, guidato da Andrea Messina, ha rotto gli indugi diramando ieri due avvisi che annunciano l’annullamento in autotutela delle due selezioni più partecipate del maxi concorso bandito a inizio 2021: quella che assegna 311 posti da operatore del mercato del lavoro e quella che ne mette in palio 176 da istruttore amministrativo contabile. In totale 487 per cui si erano fatti avanti oltre 146 mila concorrenti, alcuni dei quali in corsa anche per altri 537 posti per laureati (regolarmente assegnati).

Sull’assessorato erano piovuti ricorsi subito accolti dal Tar. Il principale riguarda il sistema di attribuzione dei punteggi alle lauree triennali (1) e alle lauree specialistiche e magistrali (1,5). In particolare il bando prevedeva che i due punteggi erano sommabili e chi possedeva entrambi i titoli poteva arrivare a 2,5 punti cioè 1,5 in più rispetto a chi aveva solo la laurea magistrale o vecchio ordinamento.

Il Tar ha chiarito che «l’unica interpretazione legittima del bando sia quella dell’applicazione di un punto per ogni laurea triennale e di complessivi 1,5 punti non solo nel caso di diploma di laurea o di laurea magistrale ma anche nel caso di laurea specialistica inglobante la triennale». In estrema sintesi, molti candidati perderanno ora un punto.

Un servizio di Giacinto Pipitone sul Giornale di Sicilia in edicola oggi

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