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Il governo Meloni pronto a lanciare il liceo Made in Italy: ecco quali materie verranno insegnate

Nella foto: Teresa Gasbarro, Ornella Lo Mauro, Roberta Urso, Giulia Governali e Giorgia Meloni

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni rilancia la proposta del liceo Made in Italy. «Non c'è niente di più profondamente legato alla nostra cultura di ciò che si studia, per esempio, in un istituto agrario», ed è per questo che «ragioniamo anche su un liceo del Made in Italy», ha sottolineato oggi durante la visita al Vinitaly. «Stiamo pensando a un liceo del made in Italy per valorizzare percorsi che spieghino il legame che esiste tra la nostra cultura, i territori e la nostra identità», ha spiegato.

Ecco le linee guida del liceo Made in Italy che il governo, su spinta di Fratelli d’Italia, punta a istituire in tempi stretti: per il primo biennio lingua e letteratura italiana, cultura straniera, storia dell’arte, matematica, informatica, scienze naturali, fisica, scienze motorie e sportive, storia e geografia, diritto ed economia politica, religione cattolica «o attività alternative»; per il secondo biennio anche economia e gestione delle imprese del Made in Italy, «modelli di business nelle industrie dei settori della moda, dell’arte e dell’alimentare». Per tutti gli studenti previste 891 ore di insegnamento nel primo biennio, «corrispondenti a 27 ore medie settimanali» e 1.023 ore nel secondo biennio e nel quinto anno, «corrispondenti a 31 ore medie settimanali».

Fratelli d'Italia nelle scorse settimana ha presentato al Senato un disegno di legge per delegare l’esecutivo a pensare ad «un liceo dinamico ed innovativo, collegato al mondo imprenditoriale, ma con una solida preparazione culturale umanistica ed identitaria, con adeguati strumenti culturali per valorizzare le migliori risorse italiane, la capacità creativa ed imprenditoriale, che hanno reso e rendono grande la nostra Nazione nel mondo, al fine di saper scegliere i nuovi potenziali mercati di riferimento e analizzare le specificità di ogni Nazione e contesto economico». L’obiettivo è «colmare un vuoto nel sistema scolastico italiano». Si prevede «attraverso uno o più decreti legislativi il riordino del sistema dei licei» da adottare entro dodici mesi.

Lo scopo del liceo del Made in Italy sarà «guidare lo studente ad approfondire e sviluppare le conoscenze e le abilità e a maturare le competenze necessarie per cogliere la complessità e la specificità di alcuni settori strategici dell’economia del Paese, cosiddetti »settori del Made in Italy». Il percorso formativo dovrà offrire conoscenze sui «principi dell’economia manageriale; strumenti per la gestione complessiva di un’impresa; modelli di business, in particolar modo dei modelli di business delle aziende dei settori della moda, dell’arte e dall’alimentare; tecniche avanzate di marketing».

Decisiva sarà la spinta del Ministero delle imprese e del Made in Italy che punta a dar vita «a una rete di licei con sedi presso i distretti del Made in Italy», coordinati dallo stesso ministero e «adottati dagli imprenditori che rappresentano l’eccellenza del Made in Italy». L’istituzione di un liceo per il Made in Italy è anche nel programma di Fratelli d’Italia. Nel testo si legge: «L'amore del mondo per l’Italia si chiama Made in Italy. Un marchio, uno stile di vita, un’opportunità economica e diplomatica per la nostra Nazione, troppo spesso trascurati. Riconoscere l’importanza strategica delle nostre eccellenze significa anche promuovere il ruolo di ambasciatori dell’Italia nel mondo dei nostri connazionali che vivono all’estero».

Occorre «dare qualità e prestigio al contesto lavorativo e culturale del Marchio Italia. «Voglio in Italia un liceo del Made in Italy che formi i giovani per dare continuità ad una serie di settori della nostra economia che rischiano di essere totalmente perduti», aveva detto Giorgia Meloni in campagna elettorale. Ed ancora: «Siamo in un tempo in cui il Marchio Italia è considerato il terzo marchio per riconoscibilità al mondo, siamo in una stagione in cui tutti vogliono comprare prodotti italiani e l’Italia che ha fatto rispetto a questo? Ha svenduto marchi italiani».

«È più che mai necessario - si legge nel disegno di legge a prima firma Bucalo (FdI) - formare una classe dirigente in grado di mettere a sistema opportunità e criticità con metodo, capace di puntare su solide competenze in economia, marketing, comunicazione, così come nel digitale, ma allo stesso tempo una classe dirigente che conosca il tessuto storico, sociale e culturale forgiato da storia millenaria». Ed ancora: serve «una classe dirigenziale capace di analizzare i nuovi mercati, le opportunità di business e i processi digitali a supporto dell’export in mercati strategici per il Made in Italy». Lo studente si dovrà porre «con atteggiamento razionale, creativo, progettuale e critico, di fronte» alle nuove situazioni, ai fenomeni e ai problemi «ed acquisire conoscenze, abilità e competenze coerenti con le capacità, le scelte personali e adeguate al proseguimento degli studi di ordine superiore, all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro».

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