La novità più importante è l’introduzione di un regime sanzionatorio per i componenti «meno produttivi» della commissione chiamata a dare il via libera ai grandi progetti. Il nuovo regolamento che la Regione Siciliana è pronta a varare prevede una soglia minima di pareri da esitare entro un determinato periodo, al di sotto della quale non scatta la parte variabile del compenso. Così il governo Schifani pensa di accelerare l’iter delle autorizzazioni per i grandi impianti.
La Commissione tecnica scientifica è l’organismo finito al centro delle polemiche nella scorsa legislatura, quando al suo vertice c’era il professor Aurelio Angelini e il presidente nazionale di Confindustria Carlo Bonomi venne in Sicilia per segnalarne i ritardi che, secondo gli imprenditori, bloccavano il sistema produttivo.
Da questo organismo passano tutte le autorizzazioni per impianti eolici e fotovoltaici, per quelli di gestione dei rifiuti, per l’apertura e l’ampliamento di cave e altre strutture produttive. Fin dalla campagna elettorale Renato Schifani aveva annunciato che l’avrebbe rifondata. E le revisioni del regolamento e della composizione sono arrivate adesso al traguardo.
L’assessore regionale all’Ambiente, Elena Pagana, ha portato la bozza in giunta. Punta innanzitutto su una modifica del meccanismo di retribuzione dei membri: oggi è prevista sostanzialmente una retribuzione fissa che si aggira sui duemila euro al mese. La proposta della Pagana, già approvata dalla giunta, prevede una parte fissa (il 30%) e una restante parte variabile legata al numero e al tipo di pratiche da esaminare. «A ogni singola pratica - scrive la Pagana nella bozza - verrà riconosciuto un peso specifico. A questo verrà parametrata la produttività dei membri della Cts individuando una soglia minima». Il compenso di ognuno dei componenti della commissione sarà il frutto della somma dei punteggi attribuiti a ogni pratica che verrà portata a termine.
Parallelamente è previsto un taglio dei passaggi procedurali che portano dalla presentazione della richiesta di autorizzazione da parte delle imprese all’emissione del parere. E viene previsto soprattutto che l’imprenditore possa essere ascoltato nella fase istruttoria «in collegamento da remoto e in modalità di registrazione».
La bozza presentata da Elena Pagana a Schifani prevede anche di potenziare l’area della commissione che si occupa di progetti in materia ambientale ed energetica: oggi è divisa in due aree diverse che hanno al massimo 26 dei 60 membri in organico, la riforma crea una unica area a cui assegna 30 membri fissi. In più viene creata una sottocommissione che si occupa solo dei progetti legati ai fondi del Pnrr: sarà composta da 15 membri e ha l’obiettivo di assegnare una corsia preferenziale per evitare di perdere fondi europei.
Schifani assicura che «entro marzo il nuovo regolamento entrerà a regime. E avremo un sistema autorizzatorio rapido ed efficace che va incontro al mondo produttivo».
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