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Chi è Elly Schlein: la storia multiculturale del nuovo leader del Pd

Nata nel 1985 nel canton Ticino, in Svizzera, è figlia di due professori universitari. È appassionata di cinema e musica

Elly Schlein

Una storia multiculturale che porta già nel nome: Elly Schlein, 37 anni, arriva alla guida del Pd dopo un impegno politico cominciato in uno dei momenti più bui della storia del partito, ovvero la mancata elezione di Romano Prodi alla presidenza della Repubblica, con gli ormai famigerati «101» franchi tiratori che ne affossarono le ambizioni.

Elena Ethel Schlein è nata nel 1985 nel canton Ticino, in Svizzera, figlia di due professori universitari: il padre è un politologo americano discendente di una famiglia ebraica askhenazita proveniente dall’odierna Ucraina, la madre è una giurista, figlia di Agostino Viviani, avvocato antifascista, senese della Pantera, e senatore del Partito Socialista negli anni settanta. Ha due fratelli più grandi, Benjamin che insegna matematica all’Università di Zurigo e Susanna, diplomatica all’ambasciata di Atene, recentemente vittima di un attentato anarchico. Dopo la maturità conseguita a Lugano si è trasferita nel paese d’origine della madre, a Bologna, dove ha studiato prima al Dams, poi a giurisprudenza dove si è laureata con una tesi sulla rappresentazione dei migranti in carcere. Prima di dedicarsi alla politica attiva in Italia ha partecipato, come volontaria, alle due campagne che hanno portato all’elezione alla presidenza degli Stati Uniti di Barack Obama. Nel 2014, dopo l’esperienza di OccyupyPd seguita alla mancata elezione di Prodi e all’impegno al fianco di Pippo Civati nel congresso, si è candidata al parlamento europeo, dove, un pò a sorpresa, è stata eletta occupandosi soprattutto di immigrazione, giustizia fiscale, ambiente e lotta alle mafie. Uscita dal Pd in epoca renziana, è stata fra i fondatori di «Possibile».

La sua esperienza ha finito per incrociarsi con quella del suo sfidante alle primarie, Stefano Bonaccini, nel 2020 quando, terminata l’esperienza europea, si è candidata alla guida di una lista in suo appoggio che raccoglieva varie esperienze di sinistra. In forza del risultato ottenuto, è stata nominata vicepresidente della Regione, dove è rimasta fino al 2022, quando Enrico Letta l’ha chiamata per guidare l’apertura al mondo progressista delle liste del Pd, entrando alla Camera.

La sua re-iscrizione al Pd è piuttosto recente: solo nei mesi scorsi ha infatti ripreso la tessera al circolo della Bolognina, dove era di fatto cominciata l’esperienza di OccupyPd e la sua scalata al parlamento europeo. Riservatissima sulla sua vita privata, qualche hanno fa in un’intervista televisiva disse «di aver amato molti uomini e molte donne». Ha una compagna che, dice, «non è un personaggio pubblico e non vuole diventarlo». È appassionata di cinema, assidua frequentatrice del festival di Locarno, ha collaborato a un documentario che ha vinto il David di Donatello. È anche molto appassionata di musica: suona la chitarra ed è una cultrice del festival di Sanremo.

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