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La Camera commemora Gerardo Bianco, esempio di «rigore morale»

Mattarella accanto alla vedova di Gerardo Bianco in occasione della cerimonia commemorativa

Bianco latinista. Bianco meridionalista. Ma soprattutto Bianco come esempio di politico di alta moralità. La Camera dei Deputati celebra la vita di uno degli esponenti di spicco della Democrazia Cristiana, deceduto lo scorso primo dicembre. Lo fa con un’Aula dei Gruppi stracolma, riempita da tutte le aree del centrosinistra del passato e del presente.

Da Conte a Letta, da Violante a Bertinotti, i parlamentari e gli amici hanno voluto dedicare un ricordo al democristiano di lungo corso che giocò un ruolo da interprete principale nella nascita dell’Ulivo. In prima fila siedono il presidente della Repubblica Giorgio Mattarella e il presidente della Camera Lorenzo Fontana. Che lo ricorda così: «Ha lasciato un ricordo indelebile non solo per la sua assidua presenza in queste aule, ma anche per la sua personalità politica al di fuori del comune, per il suo stile composto e mai sopra le righe, per il rigore morale che tutti gli hanno sempre riconosciuto, e per la sua profonda cultura».

L'uomo di cultura prestato alla politica, il professore di latino che poi si è contraddistinto a Palazzo Montecitorio per ben nove legislature. Vicepresidente, capogruppo e anche ministro dell’Istruzione. La famiglia del politico irpino segue gli interventi della commemorazione, presieduta dal giornalista Massimo Franco. Dopo Fontana è il turno di Anna Ascani, vicepresidente della Camera, che ne esalta il ruolo di «militante del parlamentarismo». Castagnetti richiama i momenti trascorsi insieme nel Partito Popolare. D’Andrea ne esalta il convinto europeismo, mentre Giannola rievoca l’ispirazione del suo meridionalismo culturale. Piccoli Nardelli si sofferma sulle qualità morali di Bianco, ma sono Bertinotti e Letta a sottolinearne le eredità politiche.

«Si può vivere espellendo la nozione del nemico»: questo l'insegnamento del parlamentare di Avellino riportato dall’ex segretario di Rifondazione Comunista. Ma è Enrico Letta a elencare le lezioni raccolte dalla frequentazione di un «politico libero e coraggioso». «Non ci sarebbe stato il centrosinistra nei trent'anni che abbiamo conosciuto - dichiara il segretario del Pd - se non ci fosse stato Gerardo Bianco, il suo coraggio e la sua azione». Non solo il centrosinistra, ma la lezione di un «centrosinistra plurale» capace «di guardare ai tempi lunghi, di costruire sulla roccia».

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