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L'Ars vara la finanziaria da 420 milioni: ristori ai comuni per il caro-energia

Renato Schifani

La prima legge targata Schifani è una manovra correttiva da 420 milioni che porta con sé provvedimenti popolari e ristori per i Comuni colpiti dall’aumento dei costi dell’energia. Il provvedimento più popolare è senza dubbio quello che proroga dal 31 dicembre al 28 febbraio il termine per la mini sanatoria per chi ha evaso o ritardato il pagamento del bollo auto fra il 2016 e il 2021. Bisognerà recarsi negli uffici dell’Aci o nelle agenzie autorizzate per regolarizzare il pagamento della sola tassa principale usufruendo della cancellazione di sanzioni e interessi. Il voto di questa norma provoca dopo tanto tempo il plauso al governo anche degli uomini più vicini a Miccichè: per Michele Mancuso «con la norma Straccia bollo si lancia un segnale chiaro ai contribuenti, in virtù del quale possono tirare una boccata d’ossigeno proprio a ridosso delle festività natalizie». È anche prevista la rateizzazione in quattro mesi per i debiti legati al bollo superiori ai 2 mila euro.

L’altra misura popolare è quella che prevede lo stanziamento di 29 milioni per riaprire la trattativa sul rinnovo del contratto dei dipendenti regionali, bloccata dalla primavera.
Il testo messo a punto dall’assessore all’Economia, Marco Falcone, prevede poi due manovre molto delicate che vanno incontro a una sentenza della Consulta e uno dei rilievi con cui la Corte dei Conti sabato scorso ha bocciato gran parte del bilancio del 2020. La prima permette di accantonare 250 milioni per la copertura delle spese sanitarie dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha condannato la Regione per avere utilizzato una parte del fondo sanitario per pagare vecchi mutui invece che servizi pubblici. La seconda mossa di Falcone è quella che ha portato a stanziare 44 milioni per aumentare la dotazione del fondo rischi destinato a finanziare le eventuali sconfitte nelle migliaia di contenziosi pendenti.

La parte più politica della manovra riguarda invece i Comuni e le ex Province. Ai primi il governo Schifani ha destinato 48 milioni per fronteggiare l’aumento del costo dell’energia registrato nel corso di quest’anno. Le somme saranno assegnate in modo proporzionale al dato della popolazione residente. Alle ex Province vanno per lo stesso motivo 4 milioni che verranno assegnati integrando il dato della popolazione a quello del numero delle scuole presenti sul territorio.
Falcone e Schifani, su pressing delle opposizioni, si sono impegnati a destinare 20 milioni ai Comuni colpiti dalle recenti alluvioni: 15 milioni andranno ai sindaci, 5 ai privati che hanno subito danni alle proprietà. Per l’opposizione si tratta di una misura insufficiente: «Il risarcimento ai privati danneggiati a settembre e ottobre - ha detto il capogruppo dei grillini Antonio De Luca - non doveva essere affidato solo alla riprogrammazione dei fondi europei come medita di fare il governo: troppo lungo e tortuoso potrebbe essere l’iter per dare risposte a chi ha invece urgentissimo bisogno di una mano tesa». I 5 Stelle hanno poi votato contro la legge. Lo stesso hanno fatto gli uomini del Pd: «Abbiamo votato contro perché la Sicilia ha bisogno di altro: di interventi concreti e mirati e non di testi di legge paravento che nascondono norme che nulla hanno a che vedere con la materia finanziaria» ha detto il capogruppo Michele Catanzaro.
Tuttavia la maggioranza ha ritrovato compattezza al primo vero test dopo le fibrillazioni seguite alla formazione del governo. Malgrado le tante assenze nel centrodestra, la manovra è passata con 30 sì, 21 no e 6 astenuti. E Falcone vede rosa all’orizzonte: «Il governo Schifani ha mantenuto gli impegni in virtuosa sinergia con l’Ars. Su nuovi programmi lavoreremo con determinazione e con la stessa predisposizione al dialogo verso tutti gli attori politici e sociali siciliani». Schifani e gli assessori sono rimasti in aula per tutta la giornata. E durante una pausa dei lavori d’aula il presidente ha anche riunito la giunta. Fra i principali provvedimenti c’è la nomina del il magistrato palermitano in quiescenza Giovanni Ilarda a commissario liquidatore del Consorzio Asi Sicilia orientale. Ilarda sostituisce l'avvocato Achille Peritore, il cui mandato è scaduto nei giorni scorsi, eavrà fra i propri compiti la difficile gestione del caso del depuratore del polo industriale di Siracusa.

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