Cambiano il Reddito di cittadinanza e il taglio del cuneo fiscale. La prima manovra del governo Meloni riscrive il sostegno a chi non ha un lavoro, puntando su una stretta dal 2024 mentre la misura a favore delle buste paga si amplia per le fasce più deboli. Dalla razionalizzazione dei bonus edilizi agli extraprofitti, passando per la tassazione delle cripto-valute, il governo va a caccia però anche di risorse. Perché quello è il vero scoglio da superare per poter sigillare la manovra, che il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti assicura sarà «coraggiosa». Una legge di bilancio con molti desiderata, ma una coperta corta: con oltre ai 21 miliardi in deficit già blindati per il caro-energia, lo spazio in cui far entrare tutto è una decina di miliardi. Con alcuni nodi cruciali ancora irrisolti, che creano tensioni nella maggioranza e su cui si cerca un accordo in extremis.
La giornata parte in salita con la decisione di preallertare i ministri per un cdm serale anziché nel pomeriggio come inizialmente previsto. Per cercare di sbloccare la situazione viene riunito un vertice a Palazzo Chigi con la premier, i vicepremier e i ministri dell’Economia e del Lavoro. Mentre si intensifica da più parti il pressing per orientare le misure del provvedimento. Il ministro dell’Istruzione Valditara chiede risorse aggiuntive per i contratti dei docenti. I partiti della maggioranza insistono con le loro richieste. Confindustria è critica sul cuneo (“manca un intervento shock”). Poi in serata i due vicepremier mostrano soddisfazione. «Andiamo nella direzione giusta per pensioni minime e flat tax», dice Tajani (Fi). «Ci sono le misure chieste dalla Lega», assicura Salvini. A Bruxelles intanto si attende il Documento programmatico di bilancio, che arriva in cdm insieme alla manovra e che verrà inviato dopo il varo.
Il reddito di cittadinanza cambia così
A dividere la maggioranza è uno dei dossier più spinosi, quello sulla stretta al Reddito di cittadinanza. L’idea è di toglierlo agli occupabili, ma l’ipotesi di una cancellazione immediata del beneficio già dall’1 gennaio, che avrebbe permesso di risparmiare 1,8 miliardi, appare ad alcuni troppo radicale. Una prima mediazione proposta dalla ministra del Lavoro Calderone prevedeva un anno di «cuscinetto» (fino al 31 dicembre 2023) in cui inserire i lavoratori occupabili nel mondo del lavoro ma alla fine la stretta potrebbe essere ancora più significativa, riducendo questa finestra a otto mesi.
Resta caldo il dossier pensioni
Resta caldo anche il dossier pensioni. Se per superare la Fornero si è trovata la formula di quota 103 (41 anni di contributi e 62 di età) come soluzione ‘pontè in attesa di una riforma più complessiva, si valuta anche la possibilità di recuperare altre risorse (da 1,8 a 3 miliardi in base alle soluzioni scelte) tagliando la rivalutazione delle pensioni all’inflazione per gli assegni più alti. Tajani annuncia anche l’aumento delle pensioni minime. Un altro tema in cerca di una sintesi è quello della tregua fiscale: accantonato lo scudo sui capitali all’estero, pare sicura la cancellazione delle cartelle fino a mille euro, mentre si discute ancora sulle altre. Nella lista delle possibili risorse, oltre al restyling degli extraprofitti, spuntano la razionalizzazione dei bonus edilizi e delle tax expenditure, e anche una ‘tassa bitcoin’, sulle plusvalenze da criptoattività.
Taglio del cuneo fiscale
Tra le misure ormai certe c’è il taglio del cuneo fiscale, che andrà interamente a favore dei lavoratori. Così come le misure per arginare il caro-energia, con un mix di interventi che vanno dal potenziamento del bonus sociale ai crediti di imposta rafforzati per le imprese. Sui carburanti lo sconto viene ridimensionato, almeno per dicembre, visto il trend di discesa dei prezzi: da 30,5 a 18,3 cent (intervento che non penalizza gli autotrasportatori che godono di altri regimi). Arrivano con la manovra anche gli aiuti per le Marche colpite dai gravi eventi del maltempo: 400 milioni tra legge di bilancio e decreto allegato. Il passaggio di oggi non chiude comunque la partita: i giochi si faranno anche durante l’esame parlamentare, dove alcune misure potrebbero essere ripescate come emendamenti. L’iter partirà dalla Camera, dove il testo è atteso in commissione verso la fine della settimana. L’approdo in Aula non sarà prima del 20 dicembre, con il Senato costretto ad un passaggio solo tecnico.
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