Rifinanziare per un altro anno il bonus tv e decoder. È la proposta per la legge di bilancio avanzata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che prevede uno stanziamento di 100 milioni di per il 2023. Il rifinanziamento è per due contributi già esistenti: per l’acquisto di tv, previa rottamazione di un apparecchio non conforme, con l’erogazione di un solo contributo per nucleo familiare, pari al 20% della spesa nel limite di 100 euro; per l’acquisto di apparecchi televisivi senza rottamazione o di decoder, con un contributo per i nuclei familiari con Isee fino a 20mila euro, 30 euro o il prezzo di vendita se inferiore. In manovra il nocciolo duro delle misure è destinato a tutelare famiglie e imprese dal caro-energia. E poi un corollario fatto di interventi di diversa natura. È il menu che andrà a comporre la manovra di bilancio, per la quale il governo potrebbe mettere sul piatto circa 30-32 miliardi. Si va dalle pensioni, con la necessità di superare la legge Fornero; alla tregua fiscale, da cui dovrebbe essere escluso lo scudo per i capitali all’estero; dal fisco, con la flat tax in una doppia versione ma solo per gli autonomi; fino ai sostegni alla natalità. Ma il governo ha inserito anche la rinascita della società per realizzare il Ponte sullo Stretto. Per poter far ripartire l’iter di realizzazione della struttura, viene riattivata la società Stretto di Messina in liquidazione da 9 anni.
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SOSTEGNO ALLA NATALITÀ. Attesa in manovra la revisione dell’assegno familiare, con il ministro per la Famiglia Eugenia Roccella che propone di raddoppiare da 100 a 200 euro la maggiorazione per i nuclei con 4 o più figli e di garantire 100 euro in più per i figli gemelli. Si cercano anche fondi per poter rendere strutturale il finanziamento dei centri estivi. Possibile poi la riassegnazione di risorse non spese per la certificazione del parità di genere e il rifinanziamento di centri anti-violenza e case rifugio.
MIX DI AIUTI CONTRO IL CARO-BOLLETTE. Alla voce energia saranno destinati i due terzi delle risorse, partendo dalla base dei 21 miliardi in deficit. Allo studio c’è un «mix di aiuti», spiega il sottosegretario all’economia Federico Freni, per coprire i primi tre mesi del 2023: in parte confermando lo sconto benzina, il bonus sociale ed i crediti di imposta, in parte pensando a ristori specifici per alcuni settori. Allo studio anche un fondo unico di supporto al fabbisogno energetico, da gestire con aiuti selettivi.
PENSIONI, L’AVVIO DI QUOTA 41. Per evitare il ritorno della legge Fornero, la soluzione ponte per il 2023 dovrebbe essere una combinazione fra 41 anni di contributi e 61 o 62 di età. Le risorse arrivano dalla stretta sul Reddito di cittadinanza (l’ipotesi, tre anni in tutto, con l’assegno intero assicurato solo per 18 mesi).
FLAT TAX E TAGLIO DEL CUNEO. Sulla tassa piatta è previsto l’innalzamento della soglia attuale per gli autonomi (da 65 mila a 85 mila euro), mentre si valuta l’introduzione della flat tax incrementale ma solo per gli autonomi. Per i dipendenti invece si studia la riduzione della tassazione sui premi di produttività. Sul cuneo la manovra dovrebbe limitarsi a replicare il taglio di 2 punti introdotto dal governo Draghi, per un costo di 3,5 miliardi.
TREGUA FISCALE, SALTA LO SCUDO. Per le cartelle fino al 2015 si va verso la cancellazione di quelle sotto ai mille euro e il pagamento con mini sanzione per quelle sopra i 3mila; ci sarebbero problemi di copertura per quelle tra mille e 3mila euro (che si volevano dimezzare). Non verrebbe proposta invece la voluntary disclosure sui capitali all’estero.
CAMBIA LA NORMA SUGLI EXTRAPROFITTI. La revisione allo studio prende come riferimento il regolamento Ue, misurando gli extraprofitti sugli utili e alzando l’aliquota dal 25% almeno al 33%.
NODO CREDITI SUPERBONUS. Lo sblocco della cessione dei crediti del superbonus è ancora un nodo aperto e non si esclude che venga risolto nella legge di bilancio, anziché nel dl aiuti quater, di cui ancora si attende la pubblicazione in Gazzetta.
BONUS TV E AIUTI ALLE IMPRESE. Possibile il rifinanziamento dei due contributi già esistenti con altre risorse per 100 milioni. Allo studio anche altre misure per le imprese, dal rifinanziamento della ‘nuova Sabatinì all’ipotesi di un fondo per la tutela del made in Italy.
TETTO AL CONTANTE E CEDOLARE SECCA. Dal primo gennaio sale da 2 mila a 5 mila euro. Tra le ipotesi c’è anche la cedolare secca per gli affitti dei locali commerciali.
PONTE SULLO STRETTO. Per poter far ripartire l’iter, viene riattivata la società Stretto di Messina, in liquidazione da 9 anni.
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