Il nuovo presidente dell’Ars, che sarà eletto stamattina nel corso della prima seduta della diciottesima legislatura in cui si insedieranno i 70 parlamentari regionali, avrebbe già un nome e un cognome. Se non ci saranno sorprese la scelta dovrebbe cadere su Gaetano Galvano, 37 anni, deputato di Fratelli d’Italia di Paternò, fedelissimo e concittadino di Ignazio la Russa.
Il condizionale è d’obbligo perché saranno determinanti gli accordi e i rapporti di forza che si sono consolidati tra i partiti ma il timore di una parte del centrodestra è che Gianfranco Miccichè possa fare saltare questi equilibri e che il voto possa essere condizionato dai franchi tiratori.
Non è un mistero per nessuno che i rapporti, politici e personali, tra il coordinatore regionale di Forza Italia e l’attuale presidente del Senato, siano pessimi, attriti che si sarebbero inaspriti dopo gli attacchi al premier Giorgia Meloni da parte del numero uno degli azzurri in Sicilia. In base al regolamento parlamentare, al candidato di Fratelli d’Italia saranno necessari 46 voti alla prima chiamata per conquistare lo scranno più alto di Sala d’Ercole, impossibili da ottenere senza il sostegno dell’opposizione visto che la maggioranza si ferma a 40 deputati. Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno entrambi 13 deputati, Lega e Dc di Totò Cuffaro 5 ciascuno e l’Mpa di Raffaele Lombardo 4. L’opposizione, invece, è divisa fra Pd e Movimento 5 Stelle che possono contare ognuno 11 deputati mentre il terzo troncone è quello della lista civica Sud chiama Nord con 8 parlamentari divisi in due gruppi. Alla seconda votazione, a Galvagno basterebbero 36 voti e potrebbe farcela se il centrodestra sarà unito anche perché l’ormai ex presidente dell’Ars potrebbe eventualmente contare solo su altri 3 deputati azzurri.
Un ampio servizio di Fabio Geraci sul Giornale di Sicilia in edicola oggi.
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