L’ammanco era già visibile in primavera, nel periodo in cui, generalmente, i comuni inviano alle utenze la prima rata da pagare, ma adesso e nelle prossime settimane, quel che appare come una pericolosa crepa nella riscossione della Tari rischia di trasformarsi in un buco nero nelle casse pubbliche, una voragine tanto profonda da mandare a gamba all’aria i bilanci di quei municipi siciliani che non sono ancora finiti in dissesto.
Difatti, a causa della crisi energetica e del caro vita, le famiglie dell’Isola con reddito medio-basso e in situazione di difficoltà economica, che non beneficiano di riduzioni sulle accise, davanti al tragico bivio, con a destra la bolletta di luce e del gas, triplicate per costi rispetto al 2021, e a sinistra le nuove rate della tassa per la gestione dei rifiuti, stanno ovviamente dando priorità all’energia di casa, con buona pace delle amministrazioni comunali, per le quali l’imposta sulla spazzatura rappresenta una risorsa essenziale. Secondo le prime stime a Mazara del Vallo: calo di oltre il 50% nei versamenti. E a Gela l’ammanco è cresciuto rispetto allo scorso anno del 10%.
Un servizio di Andrea D'Orazio sul Giornale di Sicilia in edicola oggi
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