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Aspettando la giunta, Schifani guiderà gli assessorati con l'aiuto dei capi di gabinetto

Il presidente Schifani durante la cerimonia di proclamazione in Corte d'appello

Da solo a dovere gestire 12 assessorati almeno per i prossimi venti giorni - il tempo stimato per potere avere la squadra di assessori in funzione - è una missione impossibile, soprattutto per un politico di lungo corso che conosce bene le dinamiche. Ecco perché ieri sera, subito dopo la proclamazione in Corte d’appello a Palermo, Renato Schifani, apprende l’ANSA, in raccordo col suo staff più stretto ha messo in moto la macchina: è partita la richiesta a tutti i capi di gabinetto uscenti degli assessorati di rimanere nei propri posti almeno fino a quando non si insedieranno i nuovi assessori che poi sceglieranno i nuovi collaboratori. A presidiare gli assessorati, dunque, rimarranno per dare continuità i capi di gabinetto che nella richiesta ricevuta per mail potranno avvalersi di altri due componenti degli uffici appena decaduti. Una scelta quasi obbligata per Schifani perché non è ipotizzabile bloccare gli assessorati per lungo tempo: una norma regionale impone ai nuovi assessori (le trattative per la squadra sono in corso) di assumere le funzioni solo dopo avere giurato davanti all’Assemblea siciliana, la cui convocazione è ancora in alto mare perché si aspetta che l’ufficio centrale della Corte d’appello attribuisca i seggi ai restanti 68 deputati (ieri la Corte ha assegnato quelli di Schifani e Cateno De Luca, in quanto secondo candidato alla presidenza non eletto). Dunque, saranno i capi di gabinetto a occuparsi della gestione ordinaria temporanea degli assessorati e a riferire al presidente Schifani che poi assumerà le decisioni.

La giunta che verrà: solo deputati per «blindare» la maggioranza

Intanto, Schifani lavora a una giunta di soli deputati, a parte qualche eccezione, con lo scopo di «blindare» la maggioranza all’Assemblea siciliana ed evitare i problemi che nell’ultima legislatura, per via delle frizioni interne al centrodestra, hanno contraddistinto l’azione della coalizione con ripercussioni notevoli sull’attività legislativa. La strategia è questa e alcuni dirigenti di FdI, Fi e Lega ne hanno discusso anche ieri pomeriggio fuori dal Tribunale, dopo la proclamazione del presidente Renato Schifani. In questo il governatore, che più volte ha ribadito questa sua volontà, è affiancato da chi sta lavorando all’interno dei propri partiti per ridimensionare malumori e aspettative dei tanti che non sono stati eletti e che ambiscono ad incarichi istituzionali. Per fare quadrare i conti, gli sherpa ragionano su un accordo complessivo che metta insieme le deleghe assessoriali con i ruoli di vertice a Palazzo dei Normanni. Sul tavolo oltre ai ruoli di assessore ci sono quelli di presidente dell’Ars, dei capigruppo, dei componenti dell’ufficio di presidenza dell’Assembla (vice, questori e segretari), dei presidenti delle commissioni parlamentari ordinarie e speciali. Per i non eletti potrebbero scattare incarichi di sottogoverno e nelle partecipate regionali. Si vedrà. In questo quadro un dubbio aleggia più di tanti altri: tutti gli assessori non potranno permettersi di assentarsi durante le sedute parlamentari altrimenti metterebbero a rischio i numeri in aula anche se la maggioranza al momento è ben salda, questo vale anche per le riunioni delle commissioni parlamentari. Insomma, se lo schema degli assessori-deputati alla fine prevarrà per il governo Schifani si prospetta un lavoro inteso fuori e dento l’aula del Parlamento siciliano.

Valzer dirigenti generali tra i dossier di Schifani

Da mettere a punto c'è anche la macchina della burocrazia. Il valzer delle poltrone che potrebbe riguardare i vertici della burocrazia regionale innescando lo «spoils system», facoltà che la legge attribuisce al presidente della Regione, da esercitare entro 90 giorni dal suo insediamento, potrebbe essere uno dei primi provvedimenti dell’esecutivo regionale che andrà a prendere forma nei prossimi giorni. Tra i dirigenti che potrebbero ruotare Fulvio Bellomo, attualmente alla guida del dipartimento Infrastrutture. Potrebbe essere un «papabile» per il ruolo di ragioniere generale o spostarsi alla direzione delle Finanze, ma anche tra coloro chiamati a guidare il dipartimento strategico della spesa europea di Piazza Sturzo della Programmazione. Dovrebbe rimanere al suo posto Dario Cartabellotta, memoria storica delle politiche agricole dell’Isola, mentre non è scontata la conferma di Mario La Rocca, fidatissimo dell’ex assessore alla Salute Ruggero Razza. Della partita alcuni vedono anche Daniela Faraoni, attuale direttore generale dell’Asp 6 di Palermo. Non si escludono nuovi ingressi, ma il governatore Renato Schifani dovrà fare i conti per le nomine a venire con la “mannaia» della seconda fascia. I dirigenti cioè devono fare parte di questo gruppo ad esaurimento. Lo ha stabilito il Tribunale del lavoro dichiarando illegittimo la nomina di Antonio Valenti all’Istruzione a seguito del ricorso di un dirigente appartenente alla seconda fascia.

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