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Sicilia, niente sussidi né reddito anche a chi non segue corsi di formazione: le novità della riforma

Oltre 20 mila unità, per l’esattezza 20.616, dei quali 7967 in regime di Naspi e 12.649 già percettori di reddito di cittadinanza: sono le persone senza occupazione chiamate finora all’appello dai Centri per l’impiego dell’Isola per sottoscrivere un nuovo patto sociale con lo Stato, che da qui a fine anno, in Sicilia, dovrebbe cambiare le carte in tavola in materia di orientamento e formazione al lavoro.

Si tratta della prima tranche dei 64.680 soggetti destinatari del «Gol», il piano nazionale «Garanzia occupabilità lavoratori» da 4.4 miliardi di euro, finanziato dal Pnrr e attivato dalla Regione - con mesi di anticipo rispetto ad altri territori - per un ammontare di circa 100 milioni, da concretizzare entro la fine di quest’anno. La novità sostanziale, spiega il dirigente del dipartimento regionale Lavoro, Gaetano Sciacca, approfondendo quanto anticipato ieri dal Giornale di Sicilia, è che rispetto al «vecchio» patto di servizio, «da onorare necessariamente per percepire la disoccupazione o il reddito di cittadinanza (RdC) e già sottoscritto con i Centri per l’impiego, stavolta, oltre a dover rispondere alla chiamata del lavoro, per non vedere sospesi i sussidi le persone coinvolte» - una platea ben conosciuta dal dipartimento, nella quale rientrano categorie storiche di precari pubblici come i 4500 Asu della Regione – «dovranno, se necessario, seguire un corso di formazione o di riqualificazione professionale, o quantomeno sottoporsi a un attività di orientamento». E a valutare cosa serve a disoccupati e inoccupati per tornare o entrare nel tessuto produttivo saranno le Agenzie per il lavoro (Apl), gli enti privati che, in realtà, offrono già questo tipo di servizio, ma che nel sistema previsto dalla Regione giocheranno il ruolo più importante insieme agli Enti di formazione: dopo una prima «scrematura» dei Centri per l’impiego, saranno loro a stabilire se un soggetto è pronto per il mercato del lavoro o ha invece bisogno, per l’appunto, di formazione e in che termini, con un semplice aggiornamento delle proprie capacità e professionalità oppure con una riqualificazione tout court, cioè con un mestiere da imparare da zero.

Per capire meglio il nuovo meccanismo, basta guardare l’elenco delle 20.616 persone già chiamate – in termini tecnici, «profilate» - dai Centri per l’impiego: tra percettori di RdC e disoccupati, rispettivamente 1670 e 5754 sono stati valutati pronti per il reinserimento lavorativo, 3065 e 1910 dovrebbero invece seguire un corso di aggiornamento e 6874 e 195 una riqualificazione, mentre in 1040 e in 108 avrebbero bisogno di essere seguiti dai servizi sociali. Questo il primo verdetto.

Adesso, previa partecipazione ai due bandi da quasi 32 milioni di euro pubblicati dalla Regione e rientranti nei circa 100 milioni di stanziamento previsti per il Gol, saranno le Apl a dare il giudizio definitivo, «valutando più nel dettaglio», sottolinea Sciacca, «tutto il pregresso dell’interessato e orientandolo al meglio. Nel caso in cui l’Agenzia reputi necessario un percorso di formazione, chi si rifiuterà di seguire la strada indicata avrà il sussidio sospeso». In altri termini, per l’ampia platea di beneficiari di reddito di cittadinanza già chiamati dai Centri per l’impiego (pari a 12.649) e per quelli che verranno convocati, la formazione può diventare un percorso obbligato, pena l’addio alla carta gialla.

Saranno inoltre le Apl, al di là del servizio di orientamento specialistico, a inquadrare l’incrocio fra domanda e offerta, ma anche a supportare quanti vorranno scegliere l’autoimpiego, quindi la creazione di imprese o attività artigianali, o a ricollocare frange di personale in esubero travolto dalle crisi aziendali. Il tutto, continua Sciacca, «con un unico obiettivo: far trovare quanto prima un lavoro», ossia, centrare la finalità teoricamente preposta ai Centri per l’impiego, che «attenzione, non andranno certo in soffitta, e che anzi potenzieremo con l’arrivo dei 1024 specialisti del settore che hanno vinto il concorso indetto dalla Regione, tra i quali ci saranno moltissimi dei Navigator in scadenza ad ottobre ai quali abbiamo deciso, anche in ragione del nuovo bando, di non rinnovare i contratti»: figure professionali che, nelle intenzioni dell’assessorato al Lavoro e al di là del Gol, «dovrebbero risolvere le evidenti difficoltà che hanno oggi i Centri nel far dialogare la domanda e l’offerta di lavoro, entrando un giorno in competizione con le Apl». Quel che è certo, intanto, è che per concretizzare il Gol e non perdere i cento milioni in palio, secondo i paletti fissati dalla stessa Regione, bisognerà «profilare» entro il 31 dicembre gli oltre 44mila soggetti che mancano per raggiungere il quorum dei 64.680 da occupare - di cui almeno 17.248 da destinare ai corsi che organizzeranno gli Enti di formazione. Un traguardo possibile, ma al ritmo di circa 800 convocazioni al giorno.

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