Un nuovo decreto aiuti in uno dei primi consigli dei ministri, già a novembre. Per rispondere a quella che, in pubblico e in privato, Giorgia Meloni definisce come la «priorità assoluta» per il nuovo governo. Si agirà in fretta, assicura dal palco della Coldiretti a Milano, nella prima uscita pubblica dopo la vittoria alle elezioni. Perché bisogna continuare a proteggere famiglie e imprese intanto almeno fino a Natale, mentre il governo uscente conduce una «trattativa molto complessa a livello europeo» che, se avrà successo, comunque impatterà sulle bollette tra qualche mese.
Nella battaglia per imporre un tetto europeo al prezzo del gas c'è piena sintonia tra la leader di FdI e Mario Draghi. I due si sentono, così come sono continui i contatti con il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani in prima linea a Bruxelles. La delegazione italiana continua a essere ottimista sulla possibilità di ottenere un risultato, nonostante le scelte in solitaria della Germania. Il tema è «fermare la speculazione sul gas», non «come compensare» la speculazione, sottolinea la premier in pectore, ribadendo che «la postura» dell’Italia sarà quella del rispetto sì per le istituzioni europee ma chiedendo lo stesso rispetto, che vuol dire «tornare alla difesa dell’interesse nazionale per trovare soluzioni comuni».
Meloni potrebbe fare il suo esordio internazionale proprio al Consiglio europeo del 20 e 21 ottobre. I tempi sono stretti, molto dipenderà dalla velocità del voto per le presidenze delle Camere e la conseguente fomazione dei gruppi parlamentari che andranno alle consultazioni da Sergio Mattarella. Ma molto dipenderà anche dall’esito del vertice informale di Praga della prossima settimana, in cui l’Italia sarà ancora rappresentata da Draghi. L’incarico potrebbe quindi arrivare in tempi record, per fare in modo che sia Meloni ad andare a Bruxelles a fine ottobre, o subito dopo il summit, che a quel punto sarebbe l'ultima uscita di Draghi da presidente del Consiglio.
L'appuntamento clou di politica estera resta comunque il G20 di Bali, dove Meloni dovrebbe fare il suo ingresso nel consesso dei grandi e dove potrebbe avere un primo incontro con Joe Biden. Una missione negli Usa resta in ogni caso in cima alla lista - tutta ancora da definire - che potrebbe includere anche un viaggio a Kiev, dove Meloni è stata già invitata attraverso un contatto tra l’amministrazione ucraina e il presidente del Copasir, Adolfo Urso.
Per ora la priorità sono le cose da fare. E quindi «capire come possiamo intanto intervenire sui costi energetici di questo autunno». È questo che impegna le riunioni della leader e dei responsabili economici dei partiti della nuova maggioranza. Che hanno avuto un primo confronto al Mef, cui probabilmente ne seguiranno altri, per arrivare preparati all’azione non appena in carica. Da coprire, per il momento, ci sarebbe in sostanza il mese di dicembre, con il prolungamento di alcune misure (come il credito d’imposta per le imprese o il taglio delle accise sulla benzina) che ora si fermano a novembre. L’idea sarebbe però quella di continuare a procedere passo passo per evitare di trovarsi scoperti se la situazione dovesse improvvisamente peggiorare. E di non utilizzare tutti i 10 miliardi a disposizione per tenere parte delle risorse per rafforzare la dote della manovra. Che di nuovo sarà inevitabilmente dominata dal caro-energia.
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