Il primo applauso è stato per loro. Per gli «eroi» del Covid, i medici, gli infermieri e gli operatori della sanità che per due anni hanno combattuto la battaglia contro la pandemia, che hanno avuto l’onore di aprire la parata del 2 giugno, tornata ai Fori Imperiali dopo 24 mesi di stop per il Coronavirus. Con indosso i camici bianchi hanno sfilato di fronte alle massime cariche dello Stato, a partire dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che è tornato a ribadire quale debba essere il ruolo dell’Italia dopo cento giorni di guerra: lavorare per la pace, insieme alla comunità internazionale, restando uniti.
Il prologo alla sfilata vera e propria, con lo slogan Insieme a Difesa della pace scelto non a caso in un momento in cui oltre alle bombe che cadono sull’Ucraina non si attenuano le polemiche per gli aiuti militari inviati alle forze armate di Zelensky, ha emozionato le migliaia di cittadini, compresi tanti stranieri, che hanno affollato il cuore della Capitale «La Repubblica è impegnata a costruire condizioni di pace e le sue Forze Armate - ha scritto il capo dello Stato in un messaggio inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa Giuseppe Cavo Dragone - sulla base dei mandati affidati da Governo e Parlamento, concorrono a questo compito». Il Capo dello Stato ha aggiunto che «la pace non si impone da sola ma è frutto della volontà e dell’impegno concreto degli uomini e degli Stati. Una pace basata sul rispetto delle persone e della loro dignità, dei confini territoriali, dello stato di diritto, della sovranità democratica». E per arrivarci, alla pace, bisogna lavorare tutti insieme. «L’Italia e tutta la comunità internazionale - ha sottolineato - hanno un ruolo centrale nel favorire il dialogo. Dobbiamo farlo uniti, insieme», poiché l’esperienza «ci ha mostrato come si possa costruire una convivenza stabile e duratura, anche all’indomani di conflitti sanguinosi».
Un messaggio rivolto anche ai cinquemila, tra personale militare e civile, che ha preso parte alla sfilata. Uomini e mezzi salutati da migliaia di persone assiepate sugli spalti o semplici spettatori a piazza Venezia e al Colosseo, dal quale è stato srotolato un tricolore. Tra i più applauditi gli atleti che hanno preso parte alle paralimpiadi, i cadetti delle scuole militari e la fanfara dei bersaglieri. Nelle due ore di cerimonia hanno sfilato 170 cavalli, 22 elicotteri, mezzi pesanti ma anche i gruppi di élite, oltre al personale dei Vigili del Fuoco, della Protezione civile e Polizia Municipale. “Una festa di tutti e di ciascuno, un grande appuntamento collettivo con la propria memoria e con la propria identità», ha detto il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini.
In testa, dopo il personale sanitario e 300 sindaci, la Banda centrale dell’Arma dei Carabinieri, le bandiere delle Forze armate e della Guardia di Finanza, i gonfaloni delle Regioni delle Province e dei Comuni italiani, medaglieri e labari delle Associazioni combattentistiche e d’Arma e le bandiere Onu, Nato, Ue e quelle degli organismi multinazionali in cui operano le Forze armate. In tanti, tra il pubblico, hanno affrontato un lungo viaggio in auto per essere presenti. «Siamo partiti ieri sera dalla Sicilia - raccontano Andrea e Ludovica, che con la figlioletta di 6 anni sono arrivati questa mattina all’alba a Roma -. Un viaggio faticoso ma ripagato da uno spettacolo emozionante, dietro queste divise ci sono sacrifici e scelte coraggiose: a loro deve andare il nostro rispetto».
La bande militari, i reparti a cavallo con le loro mascotte, la più fotografa è stata Briciola dei carabinieri, ma anche le sofisticate armi utilizzate in scenari di guerra o nella lotta al terrorismo. Emozioni arrivate anche dal cielo con il lancio di tre paracadutisti della Folgore atterrati, con una bandiera italiana di 400 mq, proprio davanti al palco delle autorità. Il gran finale, come sempre, è spettato alla Frecce Tricolori. Tutti con il naso all’insù per la pattuglia acrobatica che ha chiuso la manifestazione lasciando nel cielo i colori della bandiera.
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