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Trasparenza per le criptovalute, l’Europarlamento al lavoro sulle regole

Con il contributo dell'Unione Europea

Il Parlamento Europeo

Assicurare la massima trasparenza possibile sull'emissione e la negoziazione delle criptovalute, con regole chiare anche sulla supervisione delle transazioni. Sono queste le principali richieste formulate in un rapporto adottato dalle competenti commissioni dell’Eurocamera e dalla plenaria in vista del negoziato apertosi con le altre istituzioni Ue (Consiglio e Commissione) per arrivare al varo di quella che potrebbe diventare la prima regolamentazione al mondo delle criptomonete. La riforma mira infatti a normare un universo che attualmente sfugge sia al potere di battere moneta delle banche centrali e sia a quello del controllo di qualsiasi autorità pubblica.

Le disposizioni chiave concordate dagli eurodeputati riguardano la trasparenza, la divulgazione, l'autorizzazione, che farebbe capo all'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma), e la supervisione, che andrebbe all'Autorità bancaria europea (Eba). I consumatori, secondo gli europarlamentari, dovrebbero venir meglio informati su costi e oneri. E verrebbero regolamentate anche le offerte pubbliche di criptovalute. Nel testo sono poi incluse misure contro la manipolazione del mercato e per prevenire il riciclaggio di denaro, il finanziamento del terrorismo e altre attività criminali, tutte operazioni illecite che si sospetta possano sfuggire ai controlli di polizia proprio attraverso il ricorso alle criptomonete.

Le soglie appaiono poi stringenti, poiché i controlli scatterebbero per lo più sulle transazioni il cui valore supera i 1.000 euro. Ma sul tavolo del Pe e delle altre istituzioni Ue c’è anche il risvolto dell’inquinamento causato da bitcoin e simili. Contro l'elevato impatto ambientale delle criptovalute, «estratte» usando calcolatori dai consumi energetici paragonabili a quelli di intere nazioni. I deputati chiedono alla Commissione di presentare una proposta legislativa che includa nella tassonomia le attività di «estrazione» dei cripto-asset, criptovalute come bitcoin inclusi, entro il primo gennaio 2025. Chiedendo inoltre di specificare se il «mining» o l'«estrazione» sia stata effettuata nel rispetto delle disposizione sulla tassonomia Ue sulla finanza sostenibile.

«Adottando il rapporto sul mercato nei cripto asset (Mica) il Parlamento europeo ha aperto la strada a una cripto-regolamentazione favorevole all'innovazione in grado di fissare standard in tutto il mondo», ha sottolineato Stefan Berger, eurodeputato tedesco del Ppe. «Il regolamento in fase di creazione – ha poi aggiunto - è pionieristico in termini di innovazione, protezione dei consumatori, certezza del diritto e creazione di strutture di vigilanza affidabili nel campo dei crypto-asset. Molti Paesi in tutto il mondo dovranno ora dargli un'occhiata da vicino».

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