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Verso le Regionali, De Luca: «Se mi proponessero di fare il candidato del centrodestra direi di no»

Cateno De Luca con il portavoce Ismaele La Vardera

«Circola una velina di mascariamento e di depistaggio. Smentisco, se mi proponessero di fare il candidato governatore del centrodestra faccio come feci quando mi candidai a sindaco di Messina: no. Sicilia vera non c'entra niente con questa politica degli scambisti».

Così il candidato alla presidenza della Regione Siciliana, Cateno De Luca, presentando a Palermo l’imprenditore Gianluca Calì che ha aderito al movimento Sicilia Vera. «È un’operazione messa in atto per un motivo semplice, sta crollando il centrodestra, stanno crollando una parte del M5s e del Pd - ha affermato -. La candidatura già decisa di Caterina Chinnici voluta da Raffaele Lombardo non va giù a molti. Lombardo ha già definito questa intesa con Anthony Barbagallo, suo uomo di fiducia».

Il candidato presentato oggi è l’imprenditore antiracket Gianluca Calì. La candidatura di Calì alle regionali d’autunno è stata presentata in conferenza stampa, a Palermo, da Cateno De Luca e dal portavoce di Sicilia Vera, Ismaele La Vardera.

Un anno fa l’imprenditore di Casteldaccia, che gestisce diverse concessionarie di auto, ha subito una serie di attentati contro le sue aziende e ha denunciato il racket del pizzo, facendo arrestare gli estortori. «Mia madre - ha detto Calì, che è presidente di un’associazione antiracket nazionale - mi ha sempre detto che ero un chiodo storto, è vero. I mafiosi volevano che pagassi il pizzo, li ho denunciati, li ho fatti arrestate e condannare. Volevano che me ne andassi dalla Sicilia e invece io ho investito ancora di più. Io adesso sono qui per mettere a disposizione la mia esperienza. Io ho vinto contro la mafia e questa vittoria va processata ogni giorno anche nei palazzi della politica. Di me i mafiosi dicono che sono lo sbirro numero uno, felice di esserlo. Bisogna schierarsi, chi non lo fa spalleggia la mafia. Sono il primo e unico imprenditore a cui è stato affidato un bene sequestrato alla mafia, non posso essere un caso isolato».

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