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Confindustria Sicilia: serve il taglio del cuneo fiscale

Alessandro Albanese

«Un accordo fra Governo e Parti sociali che subordini un intervento a favore delle imprese al rinnovo e all’adeguamento dei contratti e quindi all’aumento dei salari è una semplificazione eccessiva che non risolve le difficoltà. Si concentra sugli effetti ma non considera le cause del problema. Insomma sembra una danza sul Titanic». Lo afferma Alessandro Albanese, presidente di Confindustria Sicilia. «E' in grave pericolo - prosegue - la tenuta e la competitività delle nostre imprese manifatturiere. I rincari delle materie prime e dei prodotti energetici stanno fermando il Paese. L’emergenza attuale rischia di paralizzare l’intero sistema economico».
E’ un allarme estremo quello degli industriali siciliani: se si ferma l’industria, si ferma il lavoro e si ferma il Paese. «Le imprese in questa congiuntura - sottolinea Albanese - non possono certo caricarsi di ulteriori costi e il dato, relativo alla domanda di cassa integrazione del mese di marzo, lo conferma. E’ un segnale preoccupante che rimette al centro la questione della competitività delle nostre imprese e, quindi, il tema del costo del lavoro - prosegue Albanese - . Un intervento strutturale sul costo del lavoro in termini di taglio del cuneo fiscale e contributivo darebbe, peraltro, respiro alle imprese e potere di acquisto ai salari migliorando la competitività del sistema industriale».
"Questo dovrebbe - conclude Confindustria Sicilia - essere il contenuto di un accordo fra Governo e parti sociali».

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