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Anche Berlusconi contro Putin: «Un’aggressione militare inaccettabile»

Silvio Berlusconi

Con l’Occidente, con l’Alleanza Atlantica, con l’Europa per porre fine «ad un’aggressione militare inaccettabile». Silvio Berlusconi, per la prima volta dall’inizio del conflitto iniziato ben 38 giorni fa, rompe il silenzio sulla guerra usando parole nette contro l’invasione russa. Una chiara presa di posizione contro Mosca che arriva nel corso di una telefonata al Congresso costituente di «Verde è Popolare», la nuova forza politica guidata da Gianfranco Rotondi. Il presidente di Forza Italia non pronuncia esplicitamente il nome di Vladimir Putin, tuttavia il suo pensiero emerge in tutta la sua limpidezza. Di fronte alla crisi ucraina, sottolinea Berlusconi, «abbiamo un duplice dovere: quello di lavorare per la pace e quello di fare la nostra parte con l’Alleanza Atlantica, con l’Occidente, con l’Europa, per porre fine ad un’aggressione militare inaccettabile».

Al contempo, l’ex premier rilancia il ruolo che Forza Italia deve svolgere all’interno del centrodestra, ovvero rafforzare quel centro politico, liberale, cattolico, saldamente radicato nell’europeismo del Partito Popolare Europeo, condizione necessaria perchè tutto il centrodestra, non solo sia in grado di vincere e governare, ma possa essere anche «credibile in Europa e nel mondo». «Un centro - osserva - che non può essere neutrale fra destra e sinistra, che è alternativo alla sinistra e distinto dalla destra come lo sono i partiti del PPE. Un centro che deve essere trainante per vincere, con i nostri alleati del centro-destra, le prossime elezioni politiche, quando si tornerà alla naturale dialettica fra due schieramenti». Una mossa con cui Berlusconi pare voglia distinguersi dall’asse populista Lega-Fdi, e che sembrerebbe contraddire il recente riavvicinamento con Matteo Salvini.

Nel frattempo, il Cavaliere puntella il governo, assicurando che Mario Draghi deve completare il suo lavoro. Un scelta che, secondo Berlusconi, appartiene a tutto il centrodestra, come se Fratelli d’Italia che sta all’opposizione, secondo i sondaggi primo partito italiano, non facesse più parte della coalizione. «Il centro-destra è la nostra casa naturale. Insieme - sottolinea Berlusconi - oggi sosteniamo il governo Draghi, che noi abbiamo voluto e che deve durare fino alla fine della legislatura, per completare il buon lavoro fatto finora e per fronteggiare i disastrosi effetti della crisi ucraina sul mercato dell’energia e delle materie prime». In questo impasse permanente, il centrodestra si trova tuttora impantanato, incapace sinora di trovare l’intesa per presentarsi unita alle prossime amministrative. Solo ieri, per la seconda volta in pochi giorni, Giorgia Meloni ha gettato benzina sul fuoco confermando il clima velenoso, fatto di tensione e sospetti, che si registra nella coalizione: «Non noi ma gli altri partiti dell’alleanza - ha attaccato a Bari - devono dire se per loro la priorità è far vincere il centrodestra o piuttosto frenare la crescita di Fratelli d’Italia».

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