La giornata di ieri doveva essere quella nella quale ufficializzare la data delle elezioni. La giunta Musumeci era pronta a fissare le urne a Palermo e negli altri 118 comuni il 29 maggio. Il tema era ben evidente nell’ordine del giorno della riunione convocata per l’ora di pranzo. E invece a sorpresa tutto si è bloccato perché nelle ultime ore sta prendendo corpo l’ipotesi di scegliere come data per il primo turno il 12 giugno.
L’eventuale ballottaggio si svolgerebbe quindi il 26. Sarebbe così una tornata elettorale che si svolgerebbe quando già in Sicilia le temperature sono tipicamente estive: una ipotesi che molti partiti avrebbero voluto scongiurare, temendo un aumento dell’astensione. Il rinvio a metà giugno servirà anche ai partiti per avere più tempo nell'estenuante trattativa che vede entrambe le coalizioni ancora impantanate nella scelta dei candidati.
Passare dal 29 maggio al 12 giugno permette di compensare le ultime due settimane in cui ogni candidato è stato bruciato dagli alleati. Anche se, va detto, l’assessore regionale agli Enti Locali, Marco Zambuto, ha precisato ieri che il motivo del rinvio «è dettato dalla volontà del governo nazionale di accorpare Amministrative e referendum in un solo election day. Una scelta a cui la Sicilia dovrebbe adeguarsi».
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