Azzeramento degli oneri di sistema sull’elettricità sia per le famiglie che per le Pmi e le imprese più grandi per 3 miliardi, riduzione dell’Iva sul gas al 5% per circa 590 milioni, riduzione degli oneri sul gas per 480 milioni, rafforzamento del bonus sociale per 500 milioni, credito di imposta per le imprese energivore per 700 milioni e per le imprese gasivore per circa 500 milioni. Sono gli interventi sulle bollette contenuti nel decreto legge appena varato all'unanimità dal consiglio dei ministri per un totale di 5,8 miliardi. «Ampliamo le misure sulle bollette e interveniamo in modo strutturale sulla produzione del gas italiano e per semplificare l’istallazione di impianti di energia rinnovabile», ha sottolineato il premier, Mario Draghi, specificando che il governo ha messo in campo aiuti per quasi 8 miliardi per famiglie e imprese. Previsto anche un miliardo per la filiera dell'auto, al centro della transizione ecologica. 'Avete visto che bravi ministri che ho...ho un governo bellissimo' dice Draghi. Arrivano altri 400 milioni di euro per le spese Covid delle Regioni. Nasce l'Anagrafe dei dipendenti pubblici. Multe e carcere per chi assevera spese false, 100 milioni per fronteggiare il rincaro dei materiali.
I provvedimenti in dettaglio, più gas dalla Sicilia
E’ un nuovo maxidecreto quello che il governo vara per arginare gli aumenti delle bollette, per correre in soccorso degli enti locali, per sostenere il settore auto, ma anche per elaborare una strategia energetica di più lungo termine, basata sul potenziamento delle rinnovabili da un lato e sull’aumento della produzione di gas nazionale dall’altro. Senza ricorrere però a nuove trivellazioni, che diventerebbero facilmente oggetto di un potenziale nuovo scontro politico nella maggioranza. Sul piatto ci sono 8 miliardi, una cifra di tutto rispetto su cui si potrà fare affidamento senza varare alcuno scostamento. La stanghetta del deficit per quest’anno rimarrà fissa al 5,6% del Pil e basteranno i margini di bilancio aperti dal buon andamento dell’economia e delle entrate per coprire i nuovi interventi a favore di famiglie e imprese.
Proprio questo spazio permette stavolta di giocare con un discreto anticipo sulle bollette, approvando già misure per il secondo trimestre. Gli interventi ricalcano quelli dei primi tre mesi, con uno stanziamento però leggermente superiore, pari a circa 5,8 miliardi, e con una portata in percentuale più significativa rispetto agli aumenti attesi: con 3 miliardi verranno innanzitutto azzerati gli oneri di sistema sull’elettricità, sia per gli utenti domestici che per le imprese piccole e grandi; con 590 milioni verrà invece ridotta al 5% l’Iva sul gas, che beneficerà anche di un taglio degli oneri per altri 480 milioni. Al rafforzamento del bonus sociale per 3,5 milioni di famiglie saranno destinati 500 milioni, mentre per il credito di imposta a favore delle imprese energivore, già sperimentato nel decreto Sostegni-ter, sono stanziati 700 milioni. La vera novità consiste nello stesso tipo di agevolazione concesso anche alle aziende gasivore, circa mille, come ha spiegato il ministro dell’Economia, Daniele Franco, a cui vengono destinati oltre 500 milioni. Capitolo aggiuntivo quello degli enti locali: per mantenere gli ospedali le Regioni potranno contare su 400 milioni di euro, mentre per assicurare «la continuità dei servizi» i Comuni avranno a disposizione altri 300 milioni.
Fin qui gli interventi per affrontare l’emergenza. Ma a più lungo raggio si guarda all’aumento della produzione nazionale di energia per mettere in sicurezza il Paese e per evitare impennate dei prezzi. Il primo obiettivo, ha spiegato il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, è quello di passare dagli attuali 3,2 miliardi a 5 miliardi di metri cubi di gas autoprodotti, ottimizzando le estrazioni nei giacimenti esistenti nel Canale di Sicilia, nel ravennate e nelle Marche. Il secondo è quello di assicurare che questo gas arrivi alle imprese ad un costo gestibile e per questo, grazie all’intermediazione del Gse, potranno essere firmati contratti pluriennali con i produttori nazionali e la materia prima potrà essere distribuita ad un prezzo «estremamente vantaggioso». Le riserve dovranno inoltre essere perennemente in sicurezza, con gli stoccaggi sempre pieni al 90%. E poi, con una «formidabile semplificazione» per l’installazione di impianti fotovoltaici, arriverà una spinta decisa anche alle rinnovabili: pannelli solari potranno essere facilmente montati «sui tetti degli edifici pubblici, sui capannoni e sulle stalle». Infine, per limitare le emissioni, si investirà sui biocarburanti, anche derivanti sull’olio di ricino. Si potranno abbattere le emissioni con miscele perfettamente compatibili con i motori a scoppio.
Quello dell’auto è del resto uno dei settori che più sta soffrendo dell’accelerazione sulla transizione, dovendo peraltro fare i conti anche con la carenza dei microchip. Da qui lo stanziamento deciso dal governo: 1 miliardo all’anno per 8 anni, ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, per aiutare il comparto e per investire sulla produzione nazionale di microprocessori, in modo da affrancare l’Italia dall’eccessiva dipendenza dalla Cina. A breve, ha assicurato quindi il ministro, arriveranno anche nuovi incentivi per l’acquisto di autovetture, non però solo elettriche, ha tenuto a puntualizzare, ma anche ibride.
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