Mercoledì 18 Dicembre 2024

La corsa al Quirinale, Letta fissa il traguardo: «Martedì o mercoledì un nome condiviso da tutti»

Il segretario del Partito Democratico Enrico Letta lascia la Camera dopo il vertice di centrosinistra

Si va al voto per il presidente della Repubblica in ordine sparso, con i due schieramenti che dialogano poco e che per il momento sono lontani da un accordo. Il leader della Lega Matteo Salvini studia ancora la via per un capo dello Stato indicato dal centrodestra, il Pd lo invita a cambiare strategia. Anzi, propongono il loro metodo: quello del confronto per un nome comune, confidando in una soluzione già martedì o mercoledì.  Tra i primi nomi, Andrea Riccardi e Pier Ferdinando Casini. 

Salvini: «Pronti nomi di alto profilo»

Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che ieri si è sfilato dalla corsa al Quirinale, è all’ospedale San Raffaele per eseguire alcuni esami di controllo di routine. Quella che definisce «la straordinaria generosità di Berlusconi» è lo spunto per il leader della Lega Salvini per affermare che «il centrodestra è al lavoro nella certezza che - nell’interesse del Paese - da sinistra non ci saranno No o veti incrociati come avvenuto fino a ieri. Siamo pronti a proporre donne e uomini di altissimo profilo». C'è anche stata una telefonata lunga e cordiale tra Salvini e Berlusconi: il leader della Lega ha ribadito al Cavaliere il ringraziamento e la stima per quanto ha annunciato ieri. Salvini e Berlusconi si sono confrontati sulla situazione politica e dagli ambienti del Carroccio fanno sapere che si stanno vagliando le proposte di alto profilo di cui parla Salvini, donne e uomini, «sulla cui levatura difficilmente qualcuno potrà porre veti», assicura il leader leghista. «Berlusconi è sereno e sta bene», conclude Salvini.

Letta: «Faranno la stessa fine di Berlusconi»

E infatti il centrosinistra non intende porre veti sui nomi, ma sul metodo. Una sottile distinzione nella quale si esibisce il segretario del Pd Enrico Letta. «Ulteriori candidature di centrodestra faranno la stessa fine di quella di Berlusconi», ha detto all’assemblea dei grandi elettori del partito. «L'ultimo mese - ha aggiunto - è stato sui generis. Il dibattito è stato tutto avvitato intorno a un grande abbaglio, che il centrodestra avesse i numeri per fare il presidente da solo. Non capisco perché ci sono cascati». Letta, a scanso di equivoci, precisa, con un tweet, di non aver avanzato proposte alla Lega. «Leggo stupito - dichiara - di una nostra proposta alla Lega. Per chiarezza e trasparenza noi affrontiamo questo difficile passaggio coi nostri alleati. Coi quali a partire da oggi, dopo la fine della candidatura di Berlusconi che aveva bloccato fino a ieri tutto, concorderemo nomi e proposte». Letta lavora a un percorso da condividere con tutte le forze politiche: «Con i Cinquestelle e Leu - dice - insieme possiamo essere incisivi. È un rapporto positivo, costruttivo, che proseguirà in questi giorni. Insieme oggi abbiamo deciso e comunicato un impegno a parlare con tutte le forze politiche. Un percorso per arrivare martedì o mercoledì a un nome condiviso da tutti».

Conte: «Noi facciamo proposte, non poniamo veti»

«Sono ottimista e lo sono ancor di più quando lavoro nell’interesse del Paese», dice invece il leader del M5S Giuseppe Conte. «Al vertice di centrosinistra non abbiamo parlato di nomi», risponde a chi gli chiede dell’ipotesi Pier Ferdinando Casini. E a chi gli chiede se Salvini ha presentato la sua rosa di nomi, risponde: «Non abbiamo ancora parlato di nomi neanche con lui». Si dice che sia caduto il veto del M5S sul nome di Mario Draghi. «Noi facciamo proposte, non poniamo veti», risponde il predecessore dell'attuale premier.

Il centrosinistra subito voterà scheda bianca

È «molto probabile» che il centrosinistra vada verso la scheda bianca alla prima votazione, secondo quanto affermano fonti di centrosinistra al termine del vertice alla Camera. La decisione sarà presa nel vertice di domani mattina, lunedì 24 gennaio, giorno di inizio delle votazioni. Ma la conferma dell'orientamento della coalizione arriva da Letta. «Molto probabile domani scheda bianca, per dare un segno di disponibilità e apertura all’interlocuzione - spiega - pur nella durezza della nostra condanna di quanto avvenuto ieri nel centrodestra». «Nella riunione di domani mattina sarà concordato il comportamento per la prima votazione», dice la nota ufficiale di Pd, M5S e Leu dopo il tavolo alla Camera. «Servono candidati di alto profilo, largamente condivisi e che siano in grado di rappresentare tutti gli italiani. Nelle prossime ore promuoveremo i confronti necessari per arrivare a un tavolo con tutti i gruppi parlamentari per indicare il nome condiviso», dicono congiuntamente i leader Enrico Letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza al termine della riunione tra Pd, M5S e Leu.

Renzi: «Draghi al Quirinale solo con iniziativa politica»

«La prima possibilità è che si vada su un presidente o una presidente che garantisca Mario Draghi a Palazzo Chigi - interviene Matteo Renzi, leader di Italia Viva - perché di perderlo non possiamo permetterci. L’alternativa è una scelta politica». Secondo Renzi, «Draghi ha salvato l’Italia, va bene a Palazzo Chigi, va bene al Colle, ma non può stare da entrambe le parti. Al Quirinale non si va contro i partiti. Penso che la candidatura di Draghi, ammesso che abbia una propria strategia, possa stare in piedi solo che abbia questo elemento politico. Al Quirinale ci vai soltanto con un’iniziativa politica».

Il balletto sul nome di Riccardi

«Finalmente ci si può confrontare sui nomi. L’identikit è quello indicato ormai da settimane: profilo non di parte, autorevole. Incontri che dovrebbero preludere a un tavolo tra tutte le forze politiche. Si ragiona su Andrea Riccardi come profilo di presidente ideale», dicono fonti del Nazareno, sottolineando che è stato un «buon incontro» quello di stamani tra Conte, Letta e Speranza, in un «clima positivo» e con «spirito unitario». Ma Renzi dice che Riccardi non ha alcuna possibilità e rilancia la carta di Pier Ferdinando Casini. «Quando ha fatto il presidente della Camera lo ha fatto bene. Viene fuori sui giornali che è una delle personalità a cui si pensa», dice l'ex premier, silurando Riccardi come «persona straordinaria, gli voglio molto bene, che ha fatto benissimo il ministro, ma che credo che non abbia nessuna possibilità di essere eletto. Il M5s lo vuole come candidato di bandiera, per stare sui giornali. Ma questo non è Sanremo, non si vince il premio della giuria».

La defezione di Fioramonti

Non parteciperà al voto Lorenzo Fioramonti, ex ministro dell’Istruzione e deputato di FacciamoEco. Il parlamentare è bloccato in Sudafrica, perché positivo al Covid. «Sono al momento in quarantena e, secondo le regole locali, devo restarci per almeno 10 giorni», racconta all'Ansa per telefono. «Le regole delle aereolinee - aggiunge - impongono che potrò viaggiare solo quando avrò un tampone negativo, che spero di avere quanto prima. Magari ancora in tempo per l’elezione del presidente della Repubblica, se dovesse prolungarsi oltre la prossima settimana». Il deputato spiega di essersi informato anche con l’ambasciata sulla possibilità di voto a distanza, ma di avere ricevuto risposta negativa.  

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