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G20, Draghi ai leader: «Serve un nuovo modello economico», ma sul clima è stallo

Draghi parla ai grandi della Terra

Più crescita, meno diseguaglianze, più sostenibilità: è il «nuovo modello economico» che i piani di ripresa lanciati dopo la crisi Covid stanno costruendo e di cui «tutto il mondo beneficerà». Con questa visione Mario Draghi accoglie a Roma i leader del G20 e delle principali organizzazioni internazionali. Si può guardare al futuro «con più ottimismo», assicura. Non bisogna però «fare errori», e lasciarsi alle spalle la pandemia ma anche «protezionismo, unilateralismo, nazionalismo», sottolinea. Multilateralismo, è il mantra del premier. In un summit che fatica a fare progressi sul clima e la sostenibilità ambientale, ma che è un’occasione per trattare nuovamente di persona dopo essere stati tenuti distanti dal Covid, e per ricucire rapporti come quello con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

Disgelo con Erdogan

Un riavvicinamento c’era già stato, dopo il gelo per le parole con cui Draghi aveva bollato Erdogan come un dittatore con cui si è costretti a parlare. Si erano sentiti al telefono, avevano cooperato sul G20 per l’Afghanistan. Il gesto della distensione arriva sotto le volte delle Nuvola di Fuksas: il presidente turco poggia la mano sul cuore in segno di saluto, poi la porge al premier italiano per stringere la sua. Nel pomeriggio, a margine dei lavori, i due leader hanno un colloquio bilaterale, di quasi quaranta minuti. Un incontro dal tono formale e pragmatico, nel quale raccontano non siano stati fatti riferimenti alla nota frase di Draghi, e al termine del quale Erdogan regala all’ospite il suo libro, uscito di recente. Si parla della Libia - dove Ankara è un’ingombrante presenza - e del difficile processo politico verso le elezioni. Si parla di Afghanistan e della linea da tenere col governo talebano. Ma anche di rapporti della Turchia con l’Ue e di scambi commerciali. Erdogan pone l’accento su infrastrutture e difesa. Palazzo Chigi alla fine parla di incontro «costruttivo» e di un partenariato che può essere «rafforzato». Il G20 è anche l’occasione per chiedere al presidente del Congo Felix Tshisekedi aggiornamenti sulle indagini sull’omicidio dell’ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci.

In stallo l'accordo sul clima

Di clima il premier italiano parla invece con Boris Johnson, a ridosso della Cop26, un appuntamento a forte rischio flop. Gli inglesi attendono dall’Italia un annuncio sul fondo mondiale per il clima, che dovrebbe arrivare in chiusura del G20. E Johnson a Draghi la mette così: «Hai fatto un gran lavoro. Quello sarà il tuo coniglio dal cilindro, vero?». Il premier italiano sorride.  Il G20 confermerà l'intenzione di limitare il global warming a 1,5 gradi ma eviterà di indicare impegni stringenti. È quanto trapela da una bozza del comunicato confermata da fonti Ue. «Rimaniamo impegnati nell'obiettivo di mantenere l'aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2° C e di proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5» con «azioni significative ed efficaci» dei Paesi. Non si menziona però, come nella bozza precedente, la necessità di «azioni immediate» e non c'è un riferimento all'obiettivo di emissioni zero entro il 2050 salvo un generico «entro la metà del secolo». Ma fonti di palazzo Chigi precisano: «Le bozze finora trapelate sono versioni preliminari: gli sherpa sono al lavoro e continueranno per tutta la notte la loro sessione».

La strategia del multilateralismo

Nelle vesti di padrone di casa, il premier accoglie uno ad uno i leader, stringe mani - ma non tutte, non quella del non vaccinato Jair Bolsonaro - si trova più volte, sorridendo, a richiamare gli ospiti, nel tentativo vano di far rispettare i tempi del serrato programma. «Boris, Boris», chiama Johnson quando lo vede attardarsi con Justin Trudeau mentre tutti gli altri sono già in posa per la foto di famiglia. Le mascherine ci sono, ma si accorciano le distanze: «Splendido vedervi tutti qui dopo anni difficili», esordisce il premier aprendo i lavori. Al tavolo sono assenti Xi Jinping e Vladimir Putin, che si collegano in video. Ma anche rispetto a Cina e Russia la convinzione di Draghi è che «l’unica soluzione possibile« sia il «multilateralismo«. Perché agire «da soli» non è «un’opzione possibile». Gli Usa di Joe Biden remano in questa direzione, dopo la stagione trumpiana. E il presidente del Consiglio prova a rianimare lo «spirito» del formato G20.

Vaccini e Global minimm tax nell'agenda

Si parla di vaccini e della Global minimum tax, che è il risultato «storico» della presidenza italiana. Draghi raccoglie sostegni anche quando dice che sono «sconvolgenti» le «disparità» nella distribuzione dei vaccini. «La pandemia non è finita», ricorda, rilanciando il superamento delle barriere commerciali e la produzione in Africa. Per una «ripresa più equa», afferma Draghi nel panel dedicato alle donne e presieduto con la regina d’Olanda Maxima, non si può «dimenticare la metà del mondo», è importante puntare su formazione, occupazione e imprenditoria femminile. I lavoratori più fragili e le piccole imprese sono stati «lasciati indietro“ dalla pandemia: bisogna aiutarli, afferma. Mantenere gli impegni sui vaccini ed essere «ambiziosi» sui grandi temi cruciali per il futuro: una crescita rapida ed equa e la sostenibilità ambientale. Ma sul clima la strada del G20 italiano è ancora in salita. E una notte di trattative proverà a rendere gli impegni un pò meno vaghi.

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