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Conte in Sicilia: cercasi un nome per un patto Cinquestelle-Pd alle Regionali

«L'Isola è al centro della nostra attenzione, ci sono importanti momenti elettorali e cercheremo di dare una mano con il massimo impegno», dice il segretario del Pd Letta. «Ci confronteremo dopo le amministrative», gli risponde il leader del Movimento

Giuseppe Conte ad Adrano

La Sicilia entra nel mirino dell’alleanza Pd-Movimento 5 Stelle, che nelle amministrative di domenica prossima sosterrà i candidati alla carica di sindaco a Caltagirone, Adrano e a Grammichele, nel Catanese, mentre l’intesa regge a Lentini, nel Siracusano, e a Favara, nell’Agrigentino.

Si tratta di test, prove di un patto in vista di due appuntamenti cruciali del 2022: le Comunali a Palermo e le Regionali. Se per il capoluogo siciliano uno degli ostacoli a un’intesa sembra la determinazione dell’attuale sindaco, Leoluca Orlando, a imporre al centrosinistra un proprio «erede» (si fa il nome di Fabio Giambrone, oggi vicesindaco), la questione è diversa per Palazzo d’Orleans: per la prima volta ne hanno parlato ieri Enrico Letta e Giuseppe Conte. «La Sicilia è al centro della nostra attenzione, ci sono importanti momenti elettorali, li seguiremo e cercheremo di dare una mano con il massimo impegno», ha detto il segretario del Pd durante il filo diretto con gli ascoltatori di Radio Immagina, la Radio ufficiale del partito. «Dobbiamo preparare la nostra proposta politica per la Sicilia con impegno e senza arrivare all’ultimo momento», ha aggiunto. «Avremo anche in Sicilia un’interlocuzione con il Pd a tutto campo. Vareremo un organigramma dopo le Amministrative, dispiegando il nuovo corso del Movimento e il Pd avrà tutti gli interlocutori del caso per presentare una proposta competitiva anche per la Sicilia», gli ha fatto eco il capo del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ieri nell’isola per un tour elettorale.

L’unico politico siciliano a reagire a questa accelerazione è stato Claudio Fava, parlamentare della lista «Cento Passi» e già protagonista, anni fa, di una non fortunata corsa alla guida dell’isola. Silenzio, invece, da parte di Giancarlo Cancelleri, sottosegretario pentastellato al ministero delle Infrastrutture, che finora ha rinviato i «tempi» per le candidature. Lo stesso Pd siciliano, d’altra parte, se da un lato ha dato vita, per iniziativa del suo segretario Anthony Barbagallo, a tour elettorali congiunti con il M5S, dall’altra resta irretito, in alcuni dei suoi segmenti interni, dalle mosse di Gianfranco Miccichè, presidente dell’Ars e capo dei berlusconiani in Sicilia, che lavora da tempo a un governo regionale sul «modello Draghi», una manovra che ha finito per infastidire sia l’attuale presidente della Regione, Nello Musumeci, sia Matteo Salvini, che ha candidato ufficialmente il segretario regionale del Carroccio, Nino Minardo, alla guida di una futura giunta di centrodestra e spinto quella presente sull'orlo di una crisi politica.

Lunedì prossimo, quando avranno votato i cittadini di 42 comuni (il 43mo, Misterbianco, voterà il 24 ottobre), qualche nodo sarà forse sciolto, ma per la vera grande sfida l’esito sarà solo un nastro di partenza.

Intanto, Giuseppe Conte «conquista» i parlamentari pentastellati all’Ars. «Una persona molto concreta, che ha le idee chiarissime sulle cose da fare, a partire dall’immediato futuro. Siamo molto fiduciosi del nuovo corso che si sta per aprire per il Movimento 5 stelle sotto la guida di Giuseppe Conte», ha detto il capogruppo Giovanni Di Caro, dopo il briefing che lui e gli altri 14 colleghi 5 hanno avuto in un albergo di Catania con il neo presidente del Movimento a poche ore dal mini tour di questi in Sicilia a sostegno dei candidati 5 stelle alle prossime elezioni amministrative. «Tutti i miei colleghi - dice Di Caro - hanno avuto la mia stessa impressione, che conferma e rafforza le positive sensazioni su Conte avute nelle occasioni di incontro con lui in passato, quando però non era ancora presidente del Movimento. Con lui presidente ci eravamo incontrati solo una volta, ma in videoconferenza, che non è certo la stessa cosa di un incontro dal vivo». «Abbiamo parlato per un paio d’ore - continua Di Caro - mettendo al centro, ovviamente, l’imminente tornata elettorale, ma anche l’esigenza, condivisa, di dare vita a un coordinamento regionale e territoriale. Nonostante sia arrivato da poco al Movimento, ha dimostrato di conoscerlo a fondo, come se lo frequentasse da sempre».

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