Prima tappa ad Adrano, ieri. Ultima ad Alcamo, domani: Giuseppe Conte è in Sicilia per il debutto come leader del M5S.
«A inizio settembre ho iniziato un itinerario che mi ha portato a girare l'Italia dal Nord al Sud. L'ho detto tante volte: questo per il Movimento 5 Stelle è il momento della semina, stiamo dando vita a un nuovo percorso e sui territori ho trovato grande partecipazione. In Sicilia mi aspetto momenti di confronto e di ascolto. Sono qui per conoscere le istanze dei siciliani e lavorare insieme per elaborare un progetto che guardi alle necessità del territorio. Consapevoli che la politica è ovunque, non solo nei Palazzi».
Alle ultime politiche il M5S ha stravinto in Sicilia: che esito prevede dall'imminente voto nei Comuni?
«Non possiamo paragonare le elezioni politiche con le amministrative, sappiamo benissimo che sono del tutto incomparabili. Il Movimento è in una fase nuova, una riossigenazione che è appena iniziata, quindi è chiaro che i risultati di queste elezioni, per quanto importanti, non potranno rappresentare un test».
Cosa ne pensa della proposta del presidente dell'Ars, Miccichè, di un modello Draghi in Sicilia?
«Il governo Draghi è nato con due obiettivi: portare l'Italia fuori dalla pandemia e avviare la realizzazione di progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Sono condizioni particolari che lo rendono un modello di governo difficilmente trapiantabile».
Il no ad accordi con il centrodestra è un'indicazione che vale ovunque?
«Il Movimento 5 Stelle non condivide nella maniera più assoluta le politiche portate avanti da Salvini e Meloni. Non solo sul fronte sanitario con messaggi ondivaghi e pericolosi sul green pass e ancora prima, durante la fase più critica della pandemia, quando dicevano tutto e il contrario di tutto, ma anche al livello economico e sociale propongono misure inadeguate che peraltro non offrono protezione alle fasce più deboli e meno garantite della popolazione. In ultimo, non sfugge che l'inchiesta di Fanpage ha messo in luce una deriva estremista che preoccupa non poco».
Nel Pd siciliano c'è chi è disponibile al modello Draghi e chi no: una spaccatura che non aiuta il progetto di percorso comune Pd-M5S per le regionali del 2022?
«Le sinergie non si costruiscono a freddo: dobbiamo lavorare a un confronto che porti a una proposta politica comune che tenga conto dei principi e dei valori del Movimento 5 Stelle e che sia, allo stesso tempo, aderente ai progetti e ai programmi che servono alla Sicilia. Questa Regione è un laboratorio politico fondamentale anche in vista delle elezioni del 2023, per questo lavoreremo per vincere in maniera netta le regionali».
A Palermo il M5S è in opposizione al sindaco Orlando, che però è da poco entrato nel Pd: come si può realizzare un percorso comune?
«Ogni territorio ha i suoi equilibri, lo abbiamo visto a Napoli e Bologna così come a Roma e Torino. I percorsi comuni si realizzano dove ci sono i presupposti per progetti condivisi».
Sempre per il Comune di Palermo, avete il deputato regionale Giampiero Trizzino che si è detto disponibile a candidarsi come sindaco. Si aspetta che il Pd lo sostenga? Oppure accetta la proposta di primarie di coalizione?
«Inizieremo presto a elaborare una proposta politica adeguata per Palermo, cercando di condividerla con le forze politiche più affini. Solo dopo individueremo il candidato più idoneo ad affrontare questa sfida».
In Sicilia il M5S attende l'individuazione di un referente con pieni poteri politici. Quando arriverà la nomina? A chi affiderà l'incarico?
«Come le dicevo, siamo in un fase di semina. Dobbiamo varare i nuovi organi, costituire i gruppi territoriali, lavorare ai forum tematici. È un progetto di medio-lungo termine. Ma presto individueremo un delegato adeguato che potrà seguire la Sicilia in maniera dedicata».
La lotta contro le mafie può essere potenziata ancora? Con che strumenti?
«Durante i miei due governi, il contrasto a ogni forma di corruzione e di criminalità organizzata è stata tra le priorità della nostra azione. Siamo in una fase in cui le mafie si stanno organizzando per aggredire i fondi del Pnrr, per questo bisogna tenere gli occhi aperti e non abbassare in alcun modo la guardia. Per il Movimento 5 Stelle la lotta alla mafia è sempre stata e continuerà a essere una priorità».
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