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Polemica sul green pass e sulla verifica dei documenti d'identità. Arriva la circolare del Viminale

Caso green pass in Italia. Dopo che lo scorso 6 agosto è divenuto obbligatorio in alcune circostanze, ecco che sono scoppiate le polemiche sui controlli. Gli esercenti possono controllare il certificato verde e vedere la corrispondenza del soggetto con il documento d'identità? C'è chi ha sostenuto che gli esercenti non possono sostituirsi alle forze di polizia e quindi occorrerebbero figure ad hoc.

E così dopo giorni di polemiche ecco che il Viminale ha diffuso una circolare secondo cui anche gli esercenti (ma sarà "discrezionale") potranno chiedere l'esibizione di un documento di identità (quindi accedere a una "seconda fase" della verifica, che non sarà sempre necessaria) oltre all'utilizzo della app che scannerizza il Qr Code del certificato".

"Tale verifica si renderà comunque necessaria nei casi di abuso o elusione delle norme. Come ad esempio quando appaia manifesta l'incongruenza con i dati anagrafici contenuti nella certificazione", si legge nel documento. Inoltre "l'avventore è tenuto all'esibizione del documento di identità". Resta fermo il punto secondo cui le multe, in caso non si accerti la corrispondenza tra il certificato e l'identità del possessore, "la sanzione risulterà applicabile nei confronti del solo avventore, laddove non siano riscontrabili palesi responsabilità anche a carico dell'esercente".

Riguardo agli eventi sportivi e agli spettacoli, nel documento viene anche precisato che, oltre ai pubblici ufficiali, saranno anche gli steward e i gestori delle strutture a poter controllare i pass. Già qualche ora prima la diffusione della circolare il Garante della Privacy, citando il Dpcm dello scorso 17 giugno, aveva fatto notare che anche "i titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi" possono richiedere agli intestatari della certificazione verde di esibire un documento d'identità. I ristoratori sottolineano: "ci auguriamo che la nostra 'richiesta' della carta di identità avvenga soltanto laddove si ravvisi una palese contraffazione del certificato. E in quel caso, se il cliente si rifiuta di esibire il documento, chiameremmo le forze dell'ordine. Non possiamo sostituirci a un pubblico ufficiale", avverte il direttore generale della Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe) di Confcommercio, Roberto Calugi.

Nella circolare inviata alle prefetture, si legge che è "un vero e proprio obbligo" verificare il possesso della certificazione verde da parte di quei soggetti che intendano accedere "alle attività per le quali essa è prescritta". Un obbligo che incombe anzitutto sui pubblici ufficiali nell’esercizio delle relative funzioni, "notoriamente muniti del potere di identificazione delle persone per fini di controllo stabiliti a vario titolo dalla legge. Il dpcm contempla poi altre categorie nella veste di 'controllori': il personale addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi; i soggetti titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi per l’accesso ai quali è prescritto il possesso di certificazione verde Covid-19, nonchè i loro delegati; il proprietario o il legittimo detentore di luoghi o locali presso i quali si svolgono eventi e attività per partecipare ai quali è prescritto il possesso di certificazione verde Covid-19, nonchè i loro delegati".

Nelle principali città il passaporto verde intanto circola da giorni, sottoposto agli scanner della app 'Verifica C-19', ma continuano le polemiche in ambito politico. Le regole sul green pass "purtroppo non sono ancora chiarissime" ma "c'è tanta buona volontà da parte di molti" e vedo anche esercenti "che assumono persone per controllare il Qr code. Spero che nelle prossime ore si faccia finalmente chiarezza perchè non possiamo dare ai ristoratori anche l’onere di fare da 'agente di polizia'". Matteo Renzi, leader di Italia viva, lo dice a Morning news su Canale 5 e ribadisce la bontà della misura adottata dal governo: "Se non ci fosse - sottolinea - rischieremmo di tornare alle zone rosse e arancioni, chi si vaccina ha diritto alla libertà".

"È stata chiarita la necessità di esibire il Green Pass e la possibilità, laddove ci sono evidenti violazioni, di controllare i documenti ma voglio sottolineare che la stragrande maggioranza degli italiani segue le regole". Così il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, ai microfoni di 'Radio anch’io'. "Solo una piccola percentuale di persone - aggiunge - scarica il certificato verde falso" o elude le norme. "Abbiamo oltre 40 milioni di persone che hanno già ricevuto la prima dose di vaccino e 35 milioni che hanno completato il ciclo vaccinale - sottolinea - si tratta di cittadini che hanno di diritto il Green Pass".

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